Francesco Totti se l’è tenuto da parte lo sfogo stampa che per la verità dovrebbe qualificarsi al plurale come l’assieme di tutti gli altri sfoghi che il gran capitano si era tenuto da esprimere dall’inizio, da quando Spalletti era arrivato alla Roma mettendolo in un angolo con la discutibile motivazione di essere la formazione di una squadra e non certo per ritornare sulle glorie passate.
Un po’ la logica, ma ancor più le rimostranze dei tifosi, avevano ripudiato la presenza del giocatore più in panchina che in squadra per arrivare poi a incarichi societari solo relativamente comprensibili. Sulla incomprensione(meglio disattenzione) sulla quale si è soprattutto indirizzata la rimostranza del giocatore soprattutto si è radicalizzata la rampogna e sul fatto che da due anni a questa parte la società ben si era guardata dal fare seguito.
Insomma le recriminazioni di Totti (di per sé già poco soddisfatto dal comportamento iniziale nei suoi confronti) si sono esacerbate con la mancata attuazione nei due anni successivi, anche a partire dalla benché minima telefonata per qualsiasi colloquio.
Così stando le cose dare anche il minimo rimprovero a Totti pare impossibile. Già il campionato iniziale con un collocamento (al più) in panchina. Discutibile stante il valore del giocatore, ma il comportamento successivo non trova giustificazione alcuna da parte del capitano che nella conferenza stampa ha fatto cenno anche alla controversa rinuncia da parte della società a De Rossi (“le bandiere devono essere sventolate”).
Conferenza che è stata piena di tristezza (“Vorrei morire anche subito per il dolore del comportamento subito”), è parsa sincera e come tale è stata interpretata dai tifosi giallorossi che giustamente hanno ritenuto del tutto incomprensibile il comportamento della società.
Il giallorosso, insieme ai suoi valori, purtroppo si sbiadisce.
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