Basta piangersi addosso, il web è un’opportunità per il giornalismo, non una iattura. Lo afferma il direttore del giornale economico Italia Oggi, Pierluigi Magnaschi, in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Adnkronos: “L’avvento del web è una rivoluzione che ha investito tutti gli organi di informazione, dalla carta stampata alle agenzie di stampa e le nuove tecnologie digitali sono un pungolo perché il web consente di veicolare molta più informazione rispetto al giornalismo tradizionale”. Magnaschi cita il caso Domus, il periodico nato con l’edizione cartacea di lusso che oggi veicola prevalentemente sul web le sue informazioni sull’architettura.
Sulla stessa linea è il quotidiano economico concorrente Il Sole 24 Ore che inaugura un sito multimediale innovativo alla ricerca di target più ampi e di un servizio più esaustivo, al passo coi tempi: “Il focus sull’informazione economica, finanziaria, politica e normativa, la puntualità e l’affidabilità delle notizie e degli approfondimenti sono gli stessi del quotidiano cartaceo – spiega il direttore Fabio Tamburini – ma nel 2019 non è più sufficiente fare informazione ogni 24 ore, si devono aggiornare le news minuto per minuto. Per questo motivo è indispensabile investire nell’innovazione digitale”.
L’area a pagamento propone al lettore una pagina dedicata ai Mercati che illustra i numeri del settore finanziario e ne approfondisce il significato. L’utente troverà grafici dinamici che incrociano dati e notizie di Borsa, le quotazioni in tempo reale, il portafoglio azioni personalizzato e analisi tecniche dei titoli. Cambia l’esperienza dell’utente che diventa più intuitiva, chiara e leggibile e si apre a nuovi contenuti, video, podcast e gallery fotografiche. Le informazioni visual, infografiche, card, longform e timeline offrono maggiore interattività. Al portale web si uniscono il gruppo Facebook e i profili LinkedIn e Instagram.
Che il digitale a pagamento sia la strada della rinascita per il giornalismo lo conferma il caso del Boston Globe negli Stati Uniti che Christian Rocca racconta su La Stampa. Il Globe è il primo giornale regionale ad avere più abbonati digitali, oltre 100 mila, che lettori cartacei (il rapporto si è invertito per la prima volta nei primi tre mesi del 2019). Un traguardo raggiunto solo da alcune grandi testate internazionali che hanno affrontato e vinto la sfida dell’innovazione come New York Times, Washington Post, Wall Street Journal, Guardian e Financial Times, ognuno dei quali ha più o meno due terzi di lettori digitali a pagamento e il resto di carta.
L’abbonamento online al Globe costa 360 dollari l’anno, più di quanto chiede il diffusissimo Washington Post. Una richiesta giustificata dalla qualità informativa, dalle inchieste, dai contenuti giornalistici e dai costi. Nel 1993, spiega Rocca, il Globe vendeva ogni giorno oltre mezzo milione di copie cartacee e fu acquistato dal gruppo editoriale del New York Times per un miliardo e cento milioni di dollari. Dieci anni dopo, nel 2003, fu venduto per soli 70 milioni di dollari. Un crollo di valore verticale che ora risale grazie alla “conversione” senza pentimenti al digitale.
Quale è la situazione in Italia? Ad aprile 2019 gli abbonamenti digitali attivi nei 59 quotidiani certificati ADS (Accertamenti Diffusione Stampa) sono 328 mila, cinquemila in più rispetto allo stesso mese del 2018 (+ 1, 5%). Nell’ultimo anno la vendita di copie cartacee è diminuita di 190 mila unità nel giorno medio pari a – 8, 7%. Nonostante il dato complessivo carta + digitale in calo, il trend mensile mostra alcune buone notizie: la diminuzione percentuale della diffusione dei quotidiani cartacei nel giorno medio è meno pronunciata rispetto a due anni fa e da 17 mesi si rileva una leggera crescita degli abbonamenti alla “digital edition”.
Nella settimana dal 10 al 16 giugno successiva ai ballottaggi del 9 giugno per l’elezione dei sindaci in diversi Comuni italiani, la Repubblica ha riconquistato la prima posizione nella classifica dell’informazione online, basata sui dati Audiweb Week. Il Corriere della Sera è secondo, Il Messaggero terzo, Fanpage quarto, TgCom24 quinto, La Gazzetta dello Sport sesta, Il Fatto Quotidiano settimo. La Stampa sale all’ottavo posto e Libero conquista la nona posizione. Chiude la top-ten Leggo. La classifica dei video vede invece al primo posto Fanpage, seguito da Repubblica, il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport.
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