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Opinioni

NON SOLO TEATRO

OVIDIO CAZZOLA - 28/06/2019

area-vareseCi risiamo. A più di quindici anni dalle considerazioni e dalle proposte urbanistiche della società Oikos di Bologna esposte durante la redazione dell’ultimo Piano regolatore di Varese (così si chiamava prima della successiva sua denominazione come Piano di governo del territorio), si rischia di tornare alle improvvisazioni urbane.

Come coordinatore della Commissione urbanistica comunale negli anni ’90 prendevo atto e condividevo la ‘lettura’ della città che veniva offerta alla nostra attenzione dalla Oikos. Anzitutto riguardante la dimensione, ancora disarticolata, della Città reale, che comprendeva di fatto oltre 150mila abitanti, costituita dal capoluogo e dalla costellazione dei diversi centri che la storia ci ha consegnato a corona del lago e nelle valli che dal capoluogo si irradiano.

 Poi per il suo possibile ruolo nella regione dei laghi e delle Prealpi, nella sua relazione secolare e attuale con il Canton Ticino la Oikos metteva in rilievo la necessità che Varese si dotasse finalmente di un luogo rappresentativo della città reale, adeguato per l’incontro, per la promozione culturale, sociale, economica della Città varesina, per il progetto del suo avvenire. Compiva un’indagine estesa esaminando vari luoghi con questa funzione nel mondo, e la raccoglieva in un documento ricco di informazioni dettagliate.

 Da questo studio si evidenziava l’opportunità, per la Città varesina, di un Centro congressuale in vista delle nostre bellezze paesistiche, che assicurasse accoglienza e offerta per ogni attività congressuale, e permettesse attività teatrali.

 Oikos rilevava che per un Centro congressi “…Varese possiede caratteristiche ambientali oggettivamente rilevanti, che corrispondono al livello qualitativo medio dei casi esaminati dalla ricerca. Il primo dato oggettivo è la vicinanza dell’aeroporto di Malpensa alla città… Il secondo elemento importante è che Varese rientra nella categoria delle città medio-piccole ed offre una ambientazione naturale e storico culturale di particolare pregio (lago, nuclei storici, parco, sistema delle ville, architettura liberty, archeologia industriale)….”.

Dalla ricerca emergeva “… che i congressisti, soprattutto quelli stranieri, sono attratti dalle caratteristiche turistiche del luogo in cui si svolge, e di conseguenza decidono di prolungare la permanenza nella città ospite per poter raggiungere mete turistiche o mostre d’arte…”. Sottolineava che un Centro congressuale dovrebbe essere dotato di una grande sala come quelle di Montreux e di Montpellier con 2000 posti, di altre sale minori di varia dimensione, di biblioteche, di spazi per esposizioni.

 La localizzazione proposta, in vista del lago e delle Alpi, poteva assicurare la vicinanza al sistema ferroviario esistente (da adeguare ulteriormente), l’accesso pedonale lungo un viale di collegamento con il vicino nucleo storico urbano. Con una sua realizzazione per fasi successive dotate ciascuna di autonomia funzionale.

 Ma il Consiglio comunale dell’epoca riteneva preferibile una localizzazione (incoerente) e sceglieva l’area dell’ex Aeronautica Macchi. Non si sono poi avuti altri sviluppi al riguardo.

Ho riflettuto a lungo sulla proposta Oikos e nel 2005 ho pubblicato un mio progetto preliminare che la riprendeva. Troppe volte, anche in questi ultimi anni, si dimenticano i seri studi effettuati negli anni ’90 e si considerano proposte estemporanee senza una necessaria strategia urbanistica di sostegno che permetta di valutare le conseguenze delle scelte che si intende effettuare.

In particolare in questi giorni si ripresenta la proposta di un teatro di modesta qualità da realizzare qui o là: perché un Centro congressuale che lo comprenda non servirebbe. Alle ville Ponti abbiamo già – così si considera – un centro congressuale di dimensioni sufficienti.

Ma è proprio così? La nostra Varese estesa, la città reale, deve essere consapevole di un destino civile ed economico possibile, che si definisce con adeguate strategie urbane che il Capoluogo deve promuovere con una intelligente collaborazione di tutti i comuni dell’Area…

Evitiamo quindi improvvise ‘trovate’ e nuovi sfregi urbani. Ne abbiamo subite/i in un passato che vorremmo non si ripetesse.

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