Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Apologie Paradossali

BANDIERE

COSTANTE PORTATADINO - 21/06/2019

totti(C ) Oggi partiamo da Totti.

(S) Non ci credo, una tale frivolezza, con tutto quello che ci sarebbe d’importante da discutere: l’Europa, Salvini e L’America, la crisi della Chiesa, evocata dal cardinale Ravasi per la seconda volta in pochi mesi nientemeno che sul Corriere della Sera, la morte di Morsi in Egitto, la crisi della giustizia in Italia e magari in Brasile…

(C) Non ho detto che parlerò solo di questo, ma che ne prenderò spunto. Non è sorprendente né irrazionale il clamore suscitato dal divorzio, anzi il ripudio, la fuga di Totti dall’amatissima squadra–società. Ciò di cui voglio parlare è ‘l’effetto-bandiera’.

(S) Una bandiera ammainata, Totti? O forse è meglio dire che nel calcio non ci sono più bandiere, almeno da quando le squadre sono rette da società per azioni che devono far quadrare i bilanci, prima di tutto. Anche il munifico presidente-tifoso del passato badava al suo tornaconto, ricavando un profitto immateriale in popolarità e in relazioni altolocate, ma il clima era un po’ diverso.

(O) Anche il tifo era, forse, un po’ più sano; penso ovviamente alle curve oggi infiltrate da personaggi strani, capaci d’imporsi alle società, esigendo anche qualcosa di più di qualche biglietto o di contributi per seguire le trasferte. Ma sono ancora loro a portare le bandiere e gli striscioni, a suonare la carica con i tamburi, i canti e gli slogan, a sostenere la squadra e i giocatori …

(S) Talvolta ad abbatterli, fischiandoli anche a torto. Secondo te, chi ha ragione, Totti o la Roma?

(C) Non sono il giudice tra loro e non ho nemmeno uno straccio d’informazione al riguardo. Non saprei nemmeno dire se Totti abbia fatto bene a giocare nell’ultimo anno, con Spalletti, per intenderci, finendo per restare quasi sempre in panchina. Il fatto è che la bandiera non è fatta solo dai colori-simbolo, ma è uno strumento complesso, con un’asta, una punta metallica e si presta a molti usi. Il più improbabile in sé, ma spesso usato in metafora è quello di parafulmine. Nel mondo del calcio, ma spesso anche nell’imprenditoria e più ancora nella politica l’uomo bandiera è usato dal gruppo dirigente come trascinatore nel bene, come parafulmine o come capro espiatorio quando le cose vanno male.

(O) Renzi?

(S) Un fulmine cade sulla bandiera e incenerisce l’alfiere.

(C) Giusto. Non confondere la bandiera con chi la porta, immedesimarsi può essere un vantaggio, ma anche un rischio. Essere l’alfiere è un onore in tempo di pace, un onore anche più grande in guerra, ma il rischio aumenta in misura esponenziale. E oggi chi occupa una posizione di particolare evidenza, in qualsivoglia campo, della politica, dell’economia, dello sport, della scienza, persino della filantropia, è in guerra sempre e comunque, esposto alle critiche degli avversari e al fuoco amico delle malevolenze dei falsi amici.

(O) Un rischio che non risparmia neppure il Papa.

(S) Non risparmia neppure i morti, di cui una volta si diceva “nihil nisi bonum”, non dite nulla che non sia benevolo. Stracciare una bandiera è invece diventata una tentazione irresistibile, tanto più se si tratta di un ‘uomo-bandiera’. Vedete che cosa ha scritto della scomparsa di Zeffirelli, tale Montanari Tomaso, critico d’arte: «Si può dire che il #maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi e dell’orrenda Oriana? Dio l’abbia in gloria, con Portesante e quel che ne consegue. Amen». No, non si può dire, ma non per buona educazione del politicamente corretto, ma per amore di verità. Quel che mi sorprende è la fortuita coincidenza che questo autore sia stato ritenuto degno di fornire una delle tracce del tema d’italiano dell’esame di maturità, in compagnia di Ungaretti e Sciascia.

(O) Non sarà un autore conosciuto, ma il suo testo, usato come traccia per il tema, è interessante. Comunque non c’entra nulla con la critica astiosa a Zeffirelli, che ha provocato una reazione altrettanto astiosa di Sgarbi, che preferisco lascarvi immaginare.

(C) Dio preservi gli uomini eccellenti dal rancore dei mediocri e i mediocri dall’ira degli eccellenti; non induca me nella tentazione di accodarmi ad essi. C’è però una tentazione ancora più subdola e pericolosa, quella di esaltare persone o idee come portatrici di destini straordinari e fatali, fino a farle diventare ben più che bandiere. Le ideologie non sarebbero così pericolose per la pace dei popoli e la dignità delle persone se non riuscissero a nutrirsi di miti, capaci di scuotere i sentimenti dei popoli fino a far loro affrontare rischi, sofferenze e crudeltà, subite o inferte altrui, che razionalmente non si sarebbero immaginate.

(S) Sei partito da Totti e sei arrivato ai grandi temi della storia. Non è un salto troppo lungo?

(C) Ti faccio un altro esempio, allo scopo di mostrare come l’errore che compiono i grandi della storia sia ricorrente anche a livelli più modesti, l’errore è di credersi bandiere immortali, invece che fragili alfieri. Quando Berlusconi comprò il Milan e ne fece per oltre vent’anni un primato mondiale, una bandiera come Gianni Rivera pensava di avere diritto, per la sua storia rossonera, a recitarvi una parte di primo piano. Non so con certezza perché Berlusconi non lo consentì. Temo di non sbagliarmi (nel caso chiedo perdono agli interessati) se propongo questa ipotesi: Berlusconi voleva fare totalmente propria la bandiera-Milan, non avrebbe consentito a nessun altro di condividerla. Poi andò oltre, inebriato dal successo, volle diventare lui stesso la bandiera-Milan, fino all’estremo paradosso, quello di rovesciare il rapporto tra soggetto e oggetto, far diventare il Milan la bandiera-Berlusconi.

(O) Non so se ho capito bene; un’identificazione quasi come quella di Napoleone con il suo esercito, la Grande Armée? O, per restare in Francia, tra Platini e il calcio francese. Esempi di storie finite male. Ma forse questo paragone con Berlusconi vale anche e più per il caso di Forza Italia.

(C) Esattamente. Nel caso di Forza Italia è evidente che ben presto Berlusconi non si è più concepito come il realizzatore del progetto politico (non fu nemmeno una sua idea)  ma come il valore del progetto stesso. I risultati si sono visti; sono andati di pari passo, come con il Milan. Vengono a mancare le forze e le idee.  Gli uomini di talento che nel loro campo, piccolo o grande, ottengono risultati straordinari non dovrebbero dimenticarsi di essere semplici alfieri di ciò che hanno avuto la fortuna di suscitare.

La più bella e forte delle creazioni, per sopravvivere al proprio creatore, talvolta al suo effimero periodo di fortuna, deve poter essere messa in condizione di camminare con le proprie gambe e di sviluppare la propria identità, sui campi sportivi come nel gran teatro della storia. Il suo creatore non deve lasciarsi decadere a suo ‘parassita’, a vivere di essa e non per essa.

(S) Hai buttato lì qualche troppo facile esempio di uomini-bandiera e della loro fragilità. Mi vengono immediatamente in mente i nomi di decine e decine di grandi della storia, della cultura, dello sport, dello spettacolo, che non hanno saputo resistere alla tentazione descritta. Molti sono decaduti, vittime della propria ambiziosa vanità, ma altri, più accorti, più fortunati o più potenti, tengono ancora pericolosamente il campo, soprattutto come finanzieri o politici. Come possiamo difenderci?

(C) Ridiamoci sopra, il riso è contagioso, li seppellirà.

(C) Costante (S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login