Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Cara Varese

SANITÀ/1 L’EMERGENZA

PIERFAUSTO VEDANI - 21/06/2019

circoloLettere ai giornali con testimonianze preoccupanti: difficoltà, gravi e inaccettabili perché non previste e pure snobbate dall’intera classe politica lombarda. Sono difficoltà che riguardano tutti i cittadini ma in particolare i nostri anziani che si presentano negli ospedali perché necessitano di cure. Bene infatti che loro vada, può capitare che debbano attendere ore prima di essere visitati accuratamente, ma succede anche che poi vengano magari ricoverati in ospedali

di altre città, dove non hanno parenti o amici. Vietato loro l’ospedale di casa, che con i soldi delle tasse sul loro lavoro hanno contribuito a far funzionare. Porte sbarrate perché di posti letto liberi non ce ne sono più.

E siamo appena agli inizi degli effetti di una sballatissima riforma sanitaria che ha visto buona parte della popolazione del Varesotto credere nell’intelligenza e nel senso pratico dei politici che predicavano rivoluzione e razzismo, ieri contro i meridionali, oggi contro i migranti. Che vengono da civiltà e terre che la quasi totalità degli stati europei per lunghe ere ha dominato e sfruttato vergognosamente.

L’adesione pronta, cieca e assoluta alla rivoluzione bossiana si è sviluppata molto bene nel popolo del nostro Nord Ovest, non in quello del Sud provinciale che non ha rinunciato ad attenzione, sensibilità e orgoglio che sono espressione di autonomia, indipendenza e fiducia nei propri mezzi. È un popolo,

quello dell’Alto Milanese non poco diverso dal nostro, ma non nella sfida sociale delle varie accezioni della migliore cultura del lavoro.

Forse la riforma sanitaria avviata da Formigoni poteva garantire un costante progresso in tempi meno difficili di quelli dell’ultimo ventennio, ma si è voluto procedere o meglio penosamente  strisciare in avanti essendo anche timoniera la Lega e con l’ok dei disastrosi eredi dei pci.

Il risultato di questa deficienza politico-amministrativa comincia ad evidenziarsi pesantemente oggi e non è difficile ipotizzare un disastro assistenziale nel giro di pochi anni e non solo perché tempi e modi della sanità alla lombarda sono sballati, ma perché l’intero sistema sanitario nazionale è in crisi:lo testimoniano le cronache della malasanità che ogni giorno tengono banco nei mezzi di comunicazione. Il tutto nell’indifferenza anche dei vertici nazionali politici e giudiziari nonostante quello della salute sia un diritto sancito dalla Costituzione. Recita infatti l’articolo 32 nella nostra nobile carta della democrazia:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure

gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Queste cure nel recente passato per primi le hanno viste con il binocolo gli abitanti del territorio di Angera, oggi tutelati dai sindaci che si sono ribellati; a Varese i disastri del Circolo “riformato” da anni sono vissuti come incubo da coloro che non pensavano che i tanti politici di casa potessero gambizzare non solo l’eccellente pubblico servizio offerto ai cittadini, ma pure la Facoltà di medicina e chirurgia. Una vergogna inaccettabile.

Dopo Varese ecco le prime mosse per la nanizzazione ospedaliera del Sud della provincia, dove però la gente ha un altro carattere, tanto che è subito sorto e lavora bene un combattivo comitato in difesa degli ospedali e della salute dei cittadini del Bustese.

Se la Regione Lombardia non rivede progetti e tempi della sua riforma sanitaria potrà andare incontro a situazioni molto negative in termini di potere. Un ampio servizio televisivo sulle città “rosse” che votando contro hanno clamorosamente messo in soffitta anni di amore e stima per la Sinistra, ha dimostrato che la pazienza degli elettori è finita.

Busto avviando la lotta per difendere la sua comunità dalle incompetenze gestionali dei piccoli e strapagati ospiti-padroni del Palazzo milanese oggi manda un segnale preciso e forte.

Varese dopo il licenziamento della Lega fannullona si è fermata, ma deve completare la composta e serena rivoluzione comunale con un’azione continua in difesa della salute della sua collettività. Glielo chiede anche la Costituzione.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login