E’ vacanza: non c’è scuola, ma quante cose deve fare Sandrino. La frase, che conclude il libro intitolato “Tutti a scuola”, non è dedicata al problema dei compiti delle vacanze estive ma all’autore più amato di libri per bambini, Richard Scarry. E il gatto Sandrino è uno dei tanti personaggi che popolano il colorato e divertente mondo creato dal celebre illustratore americano. Scarry nasceva a Boston cento anni fa, il 5 giugno 1919. Ha scritto oltre trecento libri, tradotti in trenta lingue, e ha venduto nel mondo più di 150 milioni di copie. I suoi libretti, talvolta a fisarmonica, lunghi oltre due metri, con pagine tridimensionali che permettono di inventare situazioni nuove, regalano ancora risate felici ai bambini. Le vicende illustrate con disegni allegri e ricchi di particolari, dalle frasi semplici e brevi, sono adatte ai bambini dai tre anni in su, come si legge nelle copertine. Ma forse anche gli adulti possono imparare qualcosa. Il figlio di Scarry, Huck, ha affermato che il padre aveva una immaginazione formidabile e che sapeva ragionare come un bambino, perché non dimenticava di avere sempre dentro di sé un bambino. Vedere il mondo con gli occhi da bambini e non essere eterni adolescenti: innegabilmente una bella differenza.
Rendiamo, dunque, omaggio al talento di un illustratore che ha fatto scoprire a molti bambini sempre qualcosa di nuovo, facendoli divertire un mondo. Così faceva ogni giorno la maestra Dolcina in quella meravigliosa scuola, great big scuola, disegnata dall’artista di Boston, in cui uno dei momenti più allegri era rappresentato dal racconto delle avventure degli alunni. Era il 1969 e i protagonisti delle tante storie inventate erano simpatici animaletti che si comportavano come uomini. Ma lo scopo era sempre insegnare e far divertire. O se preferiamo imparare, divertendosi. Lezione ancora validissima. Giustamente è stato detto che le sue storie sono inattuali, perché rappresentano sentimenti e relazioni che sono proprie della cultura di ogni tempo. Gli intellettuali li definirebbero archetipi. A noi piace ricordare che le sue storie sono passate indenni da generazioni a generazioni, come ha ben detto la scrittrice Bianca Pitzorno. Sfogliamo con gioiosa leggerezza le pagine dei libri intitolati in italiano Felicittà.
Nel testo originale era la città indaffarata, in cui tutti gli animaletti, il gatto Sandrino, il vigile che dava solo multe, il pasticcione e tutti gli altri, sapevano essere allegri e cortesi. Una città simpatica ma non ideale perché colta con semplicità, in cui le storie si snodano senza tono moralistico ma con vitale ironia.
Non voleva insegnare comportamenti morali ma al massimo buone maniere. Soprattutto continua ad insegnare l’atteggiamento irrinunciabile della sana curiosità. Essere curiosi è fondamentale. Aiuta a non dare nulla per scontato. Sarà per questo che Scarry, lui stesso gran viaggiatore, fece viaggiare nel mondo” occupato” i suoi animaletti. E fu anche capace di rivedere nel 1963 alcune storie superando, per l’epoca, certi stereotipi: animaletti di sesso maschile vestiti da donna, lavori maschili svolti anche da donne.
Ma forse dobbiamo ancora imparare la lezione della maestra Dolcina che diceva che c’è un modo speciale per amare il pianeta: imparare a conoscere le sue cose belle. La storia illustrata nel libretto “Salviamo il pianeta” termina con una affermazione, che oggi suona da rimprovero. E il mondo per ringraziare di averlo amato, manda un soffio di vento, una dolce brezza che ci accarezza. Noi, che non siamo stati obbedienti ai porcellini della storia, che ordinavano di non buttare i rifiuti tra le onde perché il mare mica li nasconde, cerchiamo almeno di salvare il mondo di Scarry. Tutti assieme, perché insieme si possono fare, diceva la maestra Dolcina, tante piccole cose, tutte preziose.
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