La Festa della Repubblica di quest’anno mi ha coinvolto più delle precedenti.
Tutto quello che abbiamo vissuto da parecchio tempo, politicamente e socialmente, mi aveva avvilito.
Abbiamo assistito, senza poter far niente, ad una decadenza di valori che via via era sommersa da corruzioni sotterranee impensabili, mescolata a fake -news sostenute da interessi inimmaginabili per noi gente comune. E la gente comune, la buona gente comune, si lascia facilmente ingannare, gli onesti credono sempre che lo siano anche gli altri. Per non parlar dei media e a detta di alcuni, del giornalismo stesso. Dove sta la verità?
A quale verità abbiamo abituato i giovani’? Quella pirandelliana va bene in letteratura, ma loro dovranno vivere nella realtà futura. E per fortuna proprio da gruppi giovani paiono vedersi germi di rinascita: canti, abbracci, sorrisi, evviva al Presidente…
Durerà? Voglio dire. Siamo capaci, noi adulti,di mantenere quotidianamente in famiglia, sul posto di lavoro, nei rapporti umani e sociali quel rispetto reciproco, quel senso della giustizia, quell’amore per la verità e l’altruismo, che fanno un uomo ?
Homo homini lupus, si dice. Ma anche disponibile, lo si è visto nelle sciagure naturali, a portare generosamente aiuto.
Quando ero bambina, ed era il dopoguerra, ricordo quanto fosse importante la Festa della Repubblica. Per mano a mamma e papà, seri ma sereni finalmente in volto dopo alcuni anni di pace e nonostante le macerie nel mondo e nella nostra città si unissero a fame e miseria ovunque, si andava alla parata e tutti si vestivano bene, per come in quegli anni era possibile, come si va, appunto, a una festa. Io, ancora piccola, percepivo solo che era una festa molto importante, cui andavano tutti, come a fare una promessa.
Ecco la parola: promessa.
Nell’emozione che lo sfilare dei vari reparti mi dava, talvolta procurandomi un nodo alla gola, nel vedere quei giovani visi compunti e consapevoli,(anche femminili ormai), ma soprattutto nell’osservare l’intenso e nobile gesto del saluto al Presidente della Repubblica, ho avvertito il richiamo a una promessa, cui tutti, e chi ci guida soprattutto, dovrebbero sentirsi chiamati: ridare al nostro Paese grandezza, dignità, apertura al mondo.
E poiché la vita è fatta anche di piccole cose, spegnendo il televisore mi sono ricordata che i genitori mi avevano detto :”Stai buona durante la parata, che poi ti compriamo il gelato!
Quale gelato ci attende?
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