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Urbi et Orbi

CON IL MEETING

PAOLO CREMONESI - 14/06/2019

meetingDue sabati fa, insieme con alcuni amici abbiamo dato vita a Roma, davanti al palazzo delle Poste in piazza Bologna, a uno dei punti ‘Meet the Meeting’ contemporanei in diverse città italiane. Varese compresa.

Un’iniziativa di strada per far conoscere ancor di più alle persone questa straordinaria rassegna estiva che festeggia i sui quaranta anni di vita.

Non esiste in Europa qualcosa del genere. Non lo sono le ‘katholikentag’ tedesche o il ‘World family’ irlandese. Per ampiezza di offerta e numero di ospiti il ‘Meeting per l’amicizia tra i popoli’ di Rimini è ormai un ‘format’ esportato e copiato in tutto il continente. Un’idea nata letteralmente da ‘quattro amici al bar’ appartenenti al movimento di Comunione e liberazione che, osservando il via vai di turisti lungo la riviera romagnola si domandarono : Possiamo offrire qualcosa di diverso oltre al divertimento e alla spiaggia?

 Quello che inizialmente era un piccolo seme è diventato un albero dalle grandi foglie sotto la cui ombra hanno fatto sosta decine di migliaia di persone.

 Per chi come me ha potuto seguirne lo sviluppo, prima come inviato de ‘Il Popolo’ poi del ’Giornale radio Rai’, è commovente ripercorrerne le edizioni e annotare il numero di personalità che sono transitate.

Si iniziò nell’agosto del 1980 parlando di pace e diritti dell’uomo: Ampio spazio alla situazione dell’Unione Sovetica con i dissidenti russi Bukowski e Tatiana Goritcheva. Vi partecipò anche Giulio Andreotti che poi tornerà ogni anno a Rimini con la sola eccezione del 1991. San Giovanni Paolo II, Santa Madre Teresa di Calcutta, Lech Walesa, Helmuth Kohl, Tony Blair, Carlo Maria Martini, Von Balthasar, Augusto Del Noce, Giovanni Testori, Ennio Morricone, Remi Brague, Fabrice Hadjadj, Jean Guitton, Claudio Chieffo, Joseph Ratzinger, Don Luigi Giussani sono solo alcune tra le centinaia di personalità che hanno calcato i palchi della rassegna. Per non parlare del tanti esponenti del mondo politico: da presidenti, a premier, a Ministri. Il responsabile economico dei Ds Pier Luigi Bersani commentò “Se vuole rifondarsi, la sinistra deve partire dal retroterra di Cl. Solo l’ideale lanciato dal movimento negli anni Settanta è rimasto vivo, perché è quello più vicino alla base popolare”.

La forza del Meeting è sempre stata quella di shakerare vari generi in un unico cocktail estivo: dalla cultura allo spettacolo, dalla politica all’intrattenimento, dallo sport all’economia senza nascondere l’identità cattolica da cui tutto nasce. Una ‘rivendicazione’ che non è mai stata di ostacolo al dialogo. Anzi ha permesso a posizioni differenti di dispiegarsi integralmente nella loro proposta. Questo ha realizzato incontri tra cristiani e musulmani, tra ebrei e palestinesi, tra diverse fazioni africane, tra esponenti agnostici e credenti.

L’ossatura della rassegna è sempre stata la base volontaria di giovani e meno giovani che offrono giorni delle proprie ferie estive per il buon funzionamento della ‘macchina’ e che si pagano comunque l’albergo nonostante il lavoro svolto. Sono nati così migliaia di rapporti tra persone di tutt’Italia che non si conoscevano. Un ‘meeting’ dentro il’ Meeting’.

Grazie al lavoro sotterrano della Fondazione Sussidiarietà e della Compagnia delle Opere le giornate riminesi si sono poi spalancate a temi quali il lavoro, la salute, la democrazia attraverso nuove aree e spazi dedicati. In tutto il mondo recentemente sono fiorite quindici manifestazioni analoghe.

 Quest’anno il titolo scelto è ‘Nacque il tuo nome da ciò che fissavi’ un verso di una poesia di un allora giovane Karol Wojtyla. Proprio come quello sguardo dei quattro giovani che quarant’anni fa fissavano il passeggio di turisti, famigliole, ragazzi in cerca di avventura, svago e riposo lungo la spiaggia romagnola…

Ai cristiani spetta la semina. Al Signore lo sviluppo.

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