Premessa. Il Museo del Risorgimento di Varese ha organizzato tre conferenze e tre concerti. L’ultimo incontro prevede un gran finale del concerto con LA MARCIA DI RADETZKY.
LA MARCIA DI RADETZKY, fu scritta da Strauss in poche ore per celebrare la vittoria del maresciallo boemo nel 1848 a Custoza contro gli italiani e Carlo Alberto. Dopo il 1848 e fino al 1853 furono 941 i patrioti fatti impiccare e fucilare del boia boemo che per la durezza della repressione mise in seria difficoltà anche Vienna che non osava rimuoverlo per i suoi meriti militari.
Ora che si finisca un concerto e delle conferenze organizzate dal Museo del Risorgimento di Varese, tema il Risorgimento, con la marcia di Radetzky è perfino ridicolo se non fosse anche un insulto alle centinaia di patrioti finiti sulla forca per ordine del boia boemo. IGNORANZA? Come sostengono molti interpellati.
Si poteva finire con “Va Pensiero”, con l’Inno di Mameli, con l’ inno di Garibaldi, con cento altri canti patriottici. Manca solo che qualche ignorante batta pure le manine. A Varese si era già suonata “La vispa Teresa” al posto dell’inno di Mameli in occasione delle celebrazioni dell’Unità d’ Italia nel 2011 alla presenza delle massime autorità. Dopo la Marcia di Radetzky ci aspettiamo in avvenire un pezzo meno noto ma in lingua bosina “E se sun ciocc men a ca’ cun la careta” Noi mazziniani non rimarremo inerti.
Roberto Gervasini
Segretario AMI VARESE
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