Più falso e mentitore sul futuro l’inizio del mondiale moto Gp non avrebbe potuto essere. Tre gare con tre vincenti diversi con bandiera anche tricolore.
Un sogno! La possibilità di pensare a battaglie e a risultati diversi senza il pericolo di una “monotonia”.
Tre gare e il sogno svanisce, rimane l’interesse non privo di soddisfazione per le piazze ma con la necessità di continuare in fatto di vittorie della presenza del mostro mangiatutto Marquez con ripetizione dell’inno spagnolo.
Insomma visti i successi di Dovizioso e Rins qualche speranza si sarebbe anche potuta coltivare – ovviamente – senza propendere per il riprodursi di quell’altro mostro di un tempo – Valentino – non lontano ma fuori ora da vittorie.
Però è pacifico che pure ai tempi di Agostini o di Rossi la monotonia era puntualmente presente, con piacere per i nostri campioni con percorsi addirittura dedicati ai loro nomi come quello di Fiume diventato anche per gli indigeni “percorso Agostini”.
Dietro Marquez i buoni piazzamenti degli altri consentono punti della classifica del mondiale ravvicinati. Ma davanti al mostro, salvo imprevisti, non resta che inchinarsi.
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