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Urbi et Orbi

TEO NON C’È

PAOLO CREMONESI - 31/05/2019

Il teatro Brancaccio a Roma

Il teatro Brancaccio a Roma

Solo  il pregustare una piacevole serata la sera del 4 maggio ci dà sufficiente energia per guadare il traffico romano di un sabato.

La meta: il teatro Brancaccio. Il motivo: un regalo che  Chiara ha fatto per il mio compleanno. Due biglietti di prima fila comprati ‘on line’ per una delle date dello spettacolo di Teo Teocoli nella capitale.

Adoro Teocoli. Sin dai tempi di ‘Mai dire gol’ e  di ‘Quelli che il calcio’ edizione Fabio Fazio, le sue imitazioni, da Celentano a Maldini, da Galliani a Costanzo, da Cuccia a Ray Charles per non parlare della macchietta di  Felice Caccamo sono sempre state irresistibili. Mi preparo a un paio d’ore di allegra spensieratezza.

Arriviamo al teatro. Macchina parcheggiata con largo anticipo.

All’ingresso mia moglie e io ci accorgiamo pero’ che qualcosa non va: le luci dealla facciata sono spente, il bar chiuso. Nessuna locandina dell’annunciato sapettacolo.  Un capannello di persone sta discutendo animatamente.

Una giovane cassiera – agnello sacrificale – ha il compito di spiegare che lo spettacolo è stato cancellato. Fronteggia  impacciata torme di irritati spettatori.  Molti come noi si erano organizzati per tempo, altri sono giunti addirittura da città vicine, Rieti piuttosto che Viterbo. Chi ha chiamato una baby sitter, chi ha pargheggiato a pagamento.

Chiara ricorda di avere ricevuto una e mail che avvisava della cancellazione di una data riguardante però  il 6 Maggio. “L’agenzia on line nell’informare ha sbagliato data”, ripete la povera ragazza parafulmine.  “In realta’ la cancellazione riguardava invece oggi a causa di improcrastinabili impegni televisivi del comico” .

Scene sull’orlo di una crisi di nervi: alcuni inviperiti minacciano di chiamare i carabinieri. Altri rivogliono i soldi.  Ripete la cassiera:  ‘Non è colpa nostra. Chi ha comprato il biglietto al botteghino è stato avvisato, per gli altri era compito dell’agenzia’.

Tutti a casa. Il Brancaccio non prevede rimborsi diretti per i biglietti on line: occorre avviare una complicata procedura con raccomandate R/R. Altri soldi.

Qualcuno dei delusi spettatori decide di andare al cinema, altri di mangiarsi una pizza. Chiara e io preferiamo tornare a casa.

Piccola, borghese, frustrante, cronaca di normale degrado italiano. Con in ordine di apparizione:

l’agenzia ‘Ticket one’ che di mestiere vende biglietti per concerti e spettacoli ma nell’avvisare gli utenti sbaglia la data.  Il Teatro che, come Ponzio Pilato, se ne le lava le mani perché “I biglietti sono stati presi tramite agenzia. Il famoso comico che cancella la data romana per ‘improcrastinabili impegni televisivi’ (come se esibirsi nella capitale equivalesse a quello di un  dopolavoro ferroviario, con tutta la stima per i lavoratori del trasporto pubblico).

Una volta a casa scopriremo poi che la procedura di rimborso non comprende i diritti di prevendita. Così tra raccomandata e acquisto perdiamo anche una decina di euro per un errore non nostro.

Nb: L’agenzia in seguito ha informato che, per chi lo volesse, è possibile recuperare lo spettacolo  cancellato nella data del 19 novembre. Chissà perché sono certo che quel giorno avrò un ‘improcrastinabile’ impegno.

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