Con qualche ritardo nell’ambito del programma di riorganizzazione urbana dell’area delle stazioni, luogo di convergenza del sistema di trasporto pubblico ferroviario e su gomma, si sta ponendo il problema di una nuova dislocazione del mercato trisettimanale ambulante.
Le ipotesi fin qui avanzate indicano il riutilizzo di piazza della Repubblica, lo spazio delle esposizioni della Schiranna, una articolazione in spazi diversi individuati nell’ambito urbano.
Sono del parere che queste localizzazioni siano inadatte al ruolo che si vorrebbe loro affidare.
L’attuale piazza della Repubblica è stata per parecchi decenni sede del mercato, fino alla realizzazione dell’autosilo sotterraneo, la demolizione del mercato coperto (realizzato nei primi anni ’20 del secolo scorso) la costruzione delle ‘Corti’. Oggi è un’area assediata dal traffico veicolare che non potrebbe sopportare ulteriore traffico, quale quello che produrrebbe la presenza del mercato ambulante, con l’arrivo, la sosta, l’uscita dei furgoni degli espositori.
E’ anche da considerare l’inopportunità della presenza delle bancherelle in un ambito urbano che ha assunto un ruolo diverso da quello del passato quando la sua marginalità rispetto al centro urbano era più spiccata e lo spazio (di minore monumentalità) era articolato e ingentilito da filari di alberi e dalla relazione con le diverse attività commerciali stabili presenti. Va poi tenuto in evidenza il ruolo di Centro culturale che si intende assegnare alla Caserma.
Credo che non sia proprio possibile la convivenza tra il simpatico disordine del mercato ambulante e il progettato luogo di attività culturali.
Il mercato ambulante è certamente luogo di vita e di relazione. La sua accessibilità deve essere favorita nel migliore modo possibile.
L’attuale sua dislocazione urbana centrale fra le stazioni ferroviarie, servita da diverse linee di autobus è certamente apprezzata dagli operatori e dai compratori.
L’area delle Esposizioni della Schiranna ha caratteristiche confrontabili? Non mi pare. L’offerta del mercato ambulante trisettimanale è ben diversa da quella delle esposizioni annuali.
La terza ipotesi considerata propone un’articolazione del mercato in luoghi diversi.
Il suo impatto con la città sarebbe certamente più accettabile. Ma il mercato ambulante varesino è frequentato e ha successo proprio per la possibilità di confronto ampio dell’offerta.
Sono dell’avviso quindi che debbano essere trovate soluzioni più convincenti.
Considero da tempo le condizioni e il possibile ruolo dell’area dismessa compresa, nelle vicinanze dell’attuale mercato, tra via Bainsizza,via Grado, via Monte Santo.
Si tratta di un’area ampia, di superficie complessiva simile a quella oggi occupata dal mercato.
Al suo interno sono presenti strutture industriali e abitative abbandonate e cadenti.
Si tratta di un’area che il Piano di Governo del Territorio di Varese considera ‘area di trasformazione’.
Questo spazio urbano, abbandonato da decenni, potrebbe assumere un nuovo ruolo come spazio del mercato ambulante, arricchito da presenze di verde pubblico che darebbe nuovo rilievo all’ambito abitativo e dei laboratori circostanti.
Si tratterebbe di fatto di associare la nuova localizzazione del mercato con la riqualificazione di una porzione urbana fin qui trascurata.
L’Amministrazione comunale dovrebbe redigere un ‘master plan’ che riorganizzi questo spazio, coinvolgere le diverse proprietà private dalle quali non mi risulta siano state finora avanzate proposte.
Occorrerebbe compiere, in sostanza, un’operazione integrativa del progetto, ormai in fase di appalto, relativo all’area delle stazioni e coordinare i tempi per consentire la realizzazione di trasferimenti e opere.
Si tratterebbe di un’operazione di riordino di una porzione di realtà urbana avviata con poche regole negli ultimi decenni dell’800 con lo sviluppo del sistema ferroviario.
Oggi è nostro compito effettuare questo riordino.
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