Un forte richiamo alla politica, perché torni a considerare l’impresa come un elemento centrale della vita economica e sociale. Un deciso appello alla responsabilità di tutti perché la dimensione europea resti centrale in una visione costruttiva del futuro. Una significativa garanzia sul fatto che l’industria farà la sua parte nel far crescere benessere e sostenibilità. Questi i punti forti della relazione che Riccardo Comerio, presidente uscente dell’Unione degli industriali della provincia di Varese, ha tenuto nell’annuale assemblea in cui vi è stata anche l’elezione del suo successore: Roberto Grassi, titolare di un’azienda tessile con sede a Lonate Pozzolo. Pochi giorni fa, peraltro, lo stesso Comerio era stato designato alla presidenza dell’Università Carlo Cattaneo (Liuc) di Castellanza.
Anche se l’attenzione non poteva che essere concentrata sul risultato, almeno in parte a sorpresa, del voto per il Parlamento europeo, sono comunque rimasti in primi piano i temi legati all’impresa, (“luogo di costruzione del benessere, ma anche e soprattutto luogo di costruzione di competenze, di evoluzione delle persone e di dignità individuale”), allo sviluppo (per contrastare “un clima di sfiducia, di isolamento, di mancanza di stimoli, che ha trasformato una tiepida crescita in una progressiva stagnazione”), allo sostenibilità (con particolare attenzione all’innovazione digitale, all’economia circolare, al welfare aziendale, alla finanza a misura d’impresa).
Al Governo gli imprenditori chiedono di mantenere una grande attenzione, e soprattutto una forte accelerazione, per gli investimenti in infrastrutture ricordando come sia essenziale per lo sviluppo il completamento della Pedemontana così come il potenziamento delle linee ferroviarie che possano aiutare a sfruttare quella galleria di base del Gottardo che è molto utile per collegare l’Italia all’Europa e che gli svizzeri hanno realizzato “senza tante discussioni ideologiche”.
Sullo sfondo c’è un sistema industriale che vuole rinnovarsi, partecipare, essere protagonista attivo nelle politiche che possano far uscire il Paese dalla stagnazione. Ecco quindi l’insistenza sulla formazione, sulla dotazione di competenze, sui rapporti tra scuola e lavoro. Ecco la necessità di un’economia della qualità che è costituita anche da nuovi modelli organizzativi, da una forte attenzione al passaggio generazionale, da un legame con tutte le componenti operative del territorio in una visione in cui ognuno gioca la sua parte guardando in avanti nella stessa direzione.
Pur apprezzando l’impegno per contrastare le disuguaglianze il presidente Comerio ha criticato apertamente la logica assistenziale che ha contraddistinto le misure simbolo del Governo, come il reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni: “ “C’è qualcosa – ha affermato – che non va, per usare un eufemismo, nel tassare il lavoro e nel favorire chi il lavoro lo vuole abbandonare”.
E il tema dell’Europa è rimasto centrale: “Un’Europa – ha detto – che non può essere solo il nostro passato, ma è il nostro presente. E soprattutto il nostro futuro. Non è solo un grande ideale è anche un’occasione concreta per unire persone e luoghi, per dotarsi di strumenti per competere nel nuovo contesto globale e per potenziare la rete di solidarietà sociale. Settant’anni fa è iniziato un processo che ha visto fin dall’inizio l’Italia tra i fondatori prima e tra i protagonisti poi. Possiamo e dobbiamo mantenere questo ruolo”. Di qui la richiesta di un forte impegno italiano, presentando una candidatura autorevole, per avere una presenza significativa nella nuova Commissione chiamata a gestire la politica economica europea nei prossimi anni.
Va sottolineato come concludendo l’assemblea il presidente di Confindustria. Vincenzo Boccia, abbia dato atto agli imprenditori varesini di essere una delle realtà più dinamiche e trainanti nel sistema italiano della rappresentanza.
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