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Zic & Zac

SCADIMENTO

MARCO ZACCHERA - 17/05/2019

burocraziaBasta ascoltare le chiacchiere della gente – ma è comunque un sentimento diffuso – il giudizio disarmante sul basso livello generale della “qualità” della politica italiana, attraversando direttamente e spesso in modo drammatico tutti i partiti.

Pochi riflettono che questa è la evidente e diretta conseguenza di un sistema elettorale che oggi prevede ai vertici dei candidati “nominati” (dai partiti) secondo l’ordine di liste bloccate e non eletti sulla base delle loro esperienze e delle maggiori o minori capacità. Il risultato è che vengono eletti solo amici (e amiche) dei leader di partito, spesso ovviamente alla faccia della qualità.

Se non si cambia questo sistema elettorale introducendo anche un sistema di corrette “primarie” a livello di collegi elettorali la politica italiana andrà sempre peggio ed è inutile poi lamentarsi.

Inoltre non dovrebbe essere possibile accedere a determinate cariche (ad esempio per essere sindaco di località capoluogo o importanti, oppure diventare parlamentare) senza avere conseguito un minimo di esperienza amministrativa o giuridica oppure gli eletti resteranno sempre ostaggi della struttura burocratica.

Vi sembra logico che per esercitare una qualsiasi professione o aprire un bar bisogna avere superato corsi abilitanti, esami di stato o necessita una alla Camera di Commercio e che invece si possa nominare chiunque direttamente a dirigere il Paese, anche senza alcuna preparazione o qualifica? Un aspetto che prescinde dall’onestà personale ed anche dalle capacità professionali: un ottimo chirurgo non è detto possa essere un buon ministro della sanità, e tantomeno possa guidare il dicastero del commercio estero.

Evitiamo poi di commentare se un venditore di bibite allo stadio passi più o meno direttamente al grado di vice-premier.

Anziché affrontare questi nodi essenziali della politica, ancora una volta si risponde invece con la burocrazia, ammantata da slogan.

Al grido di “basta i corrotti nella politica!” (frase demagogica ed idiota, quasi che bastino i certificati per colpire i ladri) su iniziativa del M5S nello scorso gennaio è stata votata ed approvata una legge che giudico demenziale per la presentazione delle candidature alle elezioni comunali.

Il caso della mia cittadina, Verbania, è da manuale: in vista delle elezioni del 26 maggio 7 candidati a sindaco, 369 candidati per 32 posti da consigliere comunale, 13 liste.

W la democrazia? Mica tanto: per presentare le liste sono stati necessari allegare 375 certificati penali in bollo (intasando per un mese la cancelleria del tribunale), 369 curriculum personali (spesso di una riga, ma allora a che servono?) oltre ai programmi dei sindaci, addirittura 2.980 certificati elettorali dei cittadini presentatori (diconsi duemilanovecentoottanta, quasi un decimo della popolazione vegliardi e lattanti compresi!) oltre a 375 dichiarazioni autografe di accettazione di candidatura tutte singolarmente autenticate, una infinità di dichiarazioni di collegamento tra le liste, programmi ufficialmente depositati, simboli con diversi colori e grandezze, autorizzazioni e deleghe dei segretari locali, provinciali, regionali e nazionali.

Dopo le elezioni sarà obbligo trasmettere oltre 375 comunicazioni alla Corte d’Appello sulle spese elettorali individualmente sopportate (la maggior parte con già prevista spesa 0 (zero), ma con obbligo di comunicazione via raccomandata anche da gente che non avrò preso neppure un voto!) a pena di salatissime multe e denunce, oltre alle certificazioni dei mandatari elettorali.

Domanda semplice semplice: nel quadro di una normativa che prevede (o dovrebbe prevedere) l’autocertificazione ed essendo tutti questi documenti e certificati già pubblici e noti agli uffici non si sarebbe fatto prima a non richiedere le sottoscrizioni per le liste dei partiti politici già presenti in Parlamento, far auto-dichiarare ai candidati di essere in regola con la legge e – semmai – verificare bene poi, a posteriori, che ciascun eletto (ovvero solo 32 persone, non 369 candidati!) soddisfi i requisiti?

Ma perché spendere migliaia e migliaia di euro per nulla, oltre al costo dei dipendenti pubblici delegati per settimane a queste inutili mansioni di mera conferma e convalida, con una commissione elettorale che – come da tradizione – ha approvato tutte le liste in pochi minuti, salvo che poi si aprano contenziosi e inchieste giudiziarie a elezioni concluse? Pochi sanno che ai fini elettorali si usano ancora dei moduli cartacei del 1946 e che non è prevista la presentazione dei documenti in versione digitale.

Eppure, demagogicamente, adesso possiamo stare tranquilli: “Sono fuori i corrotti”

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