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Società

LA PAURA FA 90

MANIGLIO BOTTI - 11/04/2019

texDicono che il sentimento che in questi anni appartiene di più alla popolazione italiana è la paura. Forse è vero. Non è un caso che l’attuale ministro dell’Interno – anche nella pubblicazione di saggi e libelli su di lui – venga definito il ministro della paura, e che perciò per fare scomparire la paura tra i suoi connazionali usi sempre un linguaggio truce – verso ipotetici nemici che potrebbero annidarsi dappertutto – e insista su parole che all’orecchio dei tremebondi suonano come legittima difesa e sicurezza.

Non essendo esperti di diritto, e nemmeno di armi in verità, non sappiamo se i recenti provvedimenti sulla “sicurezza” nei fatti porteranno benefici agli italiani, i quali ovviamente vengono prima di ogni altra cosa; di sicuro almeno nelle intenzioni anche dei legislatori tali provvedimenti dovrebbero contribuire a dare una maggiore tranquillità psicologica. E ciò nel pensare che qualora si presentasse la drammatica presenza di un ladro o di una persona indesiderata e male intenzionata in casa, specie di notte, il proprietario della casa potrà reagire con adeguate contromisure che, se non altro, appariranno giustificate: una bastonata nella testa, una coltellata all’addome; una rivoltellata – magari – con il proiettile che entrerà nella fronte del bandito facendo un piccolo foro da cui uscirà un altrettanto piccolo rigagnolo di sangue, come nel film che s’è visto in tv poco prima di rinchiudersi nella camera da letto.

Tutto a posto, dunque? Passata la paura? Difficile dirlo. Del fatto che banditi in giro ve ne siano, di più o di meno di una volta chi lo sa, non v’è dubbio. Ma che poi una persona qualsiasi, una coppia di anziani, un pensionato, una donna incinta trovino in sé stessi la forza – in un momento malaugurato come quello sopra accennato – di trasformarsi in Tex Willer o in un Rambo appena rientrato dalla guerra del Vietnam, la legge non parla. Intanto, il bandito potrebbe essere più svelto, più esperto, più giovane, più preparato e più cattivo.

Di questi problemi la legge non dice nulla. Non dice che se una persona per bene ammazza un’altra persona, qualunque essa sia, a parte la doverosa inchiesta della magistratura che ne seguirà, avrà la vita rovinata per sempre. Non afferma che bandito, invece, delle regole se ne fotte. Ammazzare (o essere ucciso) è nel suo rischio.

La capacità di delinquere, il disprezzo della vita non rientrano nelle idee e nelle possibilità delle persone per bene, che tali sono e tali rimangono. Eppure, a ben vedere, le leggi sono sempre fatte e disegnate per loro. Il criminale che vuole appropriarsi di un’arma non va in questura a chiedere il permesso, non compila moduli, non fa esercitazioni al poligono. Va invece in qualche angiporto e siprocura (e neanche dietro il pagamento di cifre esose) una pistola oliata e efficiente. Quando a casa arriva la notifica di una contravvenzione per eccesso di velocità, con tre punti di sottrazione dalla patente, il pensionato e la persona per bene soffrono, magari imprecano ma infine mettono mano al portafoglio. Il delinquente (ammesso che la multa gli venga notificata) si fa una bella risata. Butta la multa nel cestino della carta straccia. Continua a girare con la Porsche, a spacciare, ad avviare ragazze sulla strada (sempre più spesso extracomunitarie), continua a progettare delitti.

Se e quando il bandito verrà catturato non si sa- Ma non è questo un compito del ministero dell’Interno? Soldi per aumentare stipendi e componenti delle forze dell’ordine, cui è appunto demandato l’incarico di tutelare la sicurezza dei cittadini, non ve ne sono.

A ragionarci un po’ su non si vede da dove così tanta sicurezza possa poi transitare. E la paura, quella vera, rimane.

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