Qualche settimana fa ho ripreso la frase del neo-eletto segretario del Pd, Nicola Zingaretti, il quale ha dichiarato: “Non sarò un capo ma il leader di una comunità”.
Dopo la descrizione delle tipologie di capo (lassista, autoritario, paternalista), ho indicato la sottile linea che unisce un quarto tipo di capo, quello autorevole, con il leader. Ho anche proposto la definizione della leadership per poi descrivere i contenuti di quelle considerate “negative”. In questa parte aggiungo quelle positive che sono: la visionaria, l’etica e la carismatica. Esporrò in seguito la mia opinione su una quarta tipologia di leadership denominata situazionale e ritenuta di gran lunga la più efficace.
Daniel Goleman, scrittore e psicologo, autore del best-seller “Intelligenza emotiva”, definisce la leadership visionaria come: la capacità d’influenzare la gente, di aiutarla ad accettare il suo obiettivo finale, sviluppando un clima particolarmente positivo. Il leader visionario riesce a proporre la sua volontà che induce alla creazione di un sogno condiviso.
Un esempio per tutti può essere individuato nel lavoro svolto da Steve Jobs, imprenditore e co-fondatore di Apple Inc., pioniere e inventore della microcomputer revolution.
La leadership etica impone il possesso inequivocabile di: onestà, trasparenza, lealtà, temperanza, rispetto, cura del prossimo, pazienza, umiltà, coraggio, verità e bontà. Sviluppa i comportamenti sociali perché le persone percepiscono di essere in un’organizzazione giusta, si aiutano a vicenda, mettono in atto tutti quei comportamenti di altruismo non esplicitamente richiesti ma che comunque giovano alla società e amplificano un clima di reciproca fiducia.
Ovviamente il leader deve dimostrare di essere anche competente e suscitare empatia. Solo così scatterà un sentimento di ammirazione tale da indurre le persone a seguirne l’esempio.
Don Luigi Sturzo ha ricordato alle persone impegnate che avrebbero dovuto “servire la politica e non servirsi della politica”. Un esempio per tutti può essere l’abnegazione dimostrata dallo statista Aldo Moro, barbaramente ucciso dalle Brigate Rosse.
La leadership carismatica prevede la capacità di esercitare, grazie a doti intellettuali o fascino personale, un forte ascendente sugli altri e di assumere la funzione di guida. Chi la possiede è in grado di influenzare le persone convincendole che la sua parola è quella giusta da seguire.
Chi ha carisma se ne accorge presto e sfrutta questa sua peculiarità. Egli sa infatti di avere la capacità di “manovrare” le persone affinché facciano ciò che lui desidera e, grazie a questa dote, guadagna molti successi personali che arricchiscono il suo ego e le sue tasche. Deve quindi riuscire a mantenere un certo grado di umiltà e imparare ad agire per il bene della società prima che per il suo.
Il sociologo Max Weber parla di autorità carismatica definendola: “Fondata sulla devozione alla eccezionale santità, eroismo o carattere esemplare di una singola persona e dei modelli normativi o ordini rivelati o impartiti da tale soggetto”.
L’autorità carismatica è una delle tre forme considerate da Weber unitamente a quella tradizionale ed alla razionale-legale. Inoltre applica il termine carisma a “una certa qualità della personalità di un individuo, con la quale egli si eleva dalle persone comuni ed è trattato come uno dotato di poteri o qualità soprannaturali, sovrumane, o quanto meno specificamente eccezionali. Questi requisiti non appartengono alle persone normali, ma sono considerati di origine divina o esemplari, e sulla loro base l’individuo in questione è trattato come un leader “.
La leadership carismatica è quindi basata sulle eccezionali qualità personali che costituiscono la dimostrazione di uno straordinario acume e successo. Da qui la disponibilità di obbedienza e lealtà tra i suoi seguaci. Il termine carismatico è stato attribuito a persone che abbiano segnato in qualche modo la storia per la loro capacità di radunare attorno a sé una massa critica in grado di sconvolgere il corso degli eventi. Un buon leader non dovrebbe mai anteporre il suo interesse personale ma il successo del gruppo/popolazione a cui si rivolge. Anche in questo caso un esempio per tutti è costituito dalla discesa in campo del noto imprenditore Silvio Berlusconi.
Da notare che il leader carismatico non deve necessariamente interpretare una forza positiva, pertanto sia Adolf Hitler sia Benito Mussolini potrebbero ragionevolmente essere considerati leader carismatici.
Sintesi e conclusioni in un prossimo incontro.
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