Sono un documento e un interrogativo il cuore dell’ultimo libro di Franco Giannantoni e Alberto Tognola, 1944. Ottobre, edizioni Amici della Resistenza, Emmeffe edizioni, da qualche settimana nelle librerie e online, un lavoro che rivisita e approfondisce con grande rigore il cosiddetto “Ottobre di sangue varesino” drammaticamente segnato dalla cattura e dalla fucilazione di quindici partigiani, tra i quali Walter Marcobi, nome di battaglia “Remo”, comandante della centoventunesima brigata Garibaldi “Gastone Sozzi”, leader indiscusso dell’antifascismo varesino, caduto in un agguato tra Capolago e Loreto.
Il documento, cercato con provvidenziale ostinazione dagli autori, che fa da perno alla ricostruzione dei fatti è a pagina 138 e si intitola: “Relazione sulla cattura e fucilazione di 15 volontari della libertà”. È stato redatto dal segretario politico della Federazione clandestina del Partito Comunista di Varese Silvano Montanari, “Maurizio,” il 15 ottobre 1944. Scrive il Montanari : ” i fascisti sono andati a colpo sicuro, accerchiando, senza bisogno di rastrellamenti preventivi, i posti esatti dove erano gli uomini”. Gli uomini in questione, oltre al Marcobi, erano i gappisti Bartolomeo Bai e Giuseppe Brusa e dodici giovani patrioti della formazione luinese guidata dal capitano dell’Aeronautica Giacinto Lazzarini. Con Bai e Brusa, catturati a Lomnago al Roccolo di Villa Puricelli e subito passati per le armi, vi era anche Gianfranco Corradi “risparmiato per farlo parlare”, sottolinea Montanari.
Nella sua relazione trova così conferma definitiva quanto Giannantoni aveva già anticipato nel 2004, per il sessantesimo dell’”ottobre di sangue”, nel libro “Comandante Remo arrendetevi!, la verità sulla cattura e morte di Walter Marcobi e altre storie di Resistenza. “… Nella tarda serata del 4 ottobre 1944 Gianfranco Corradi, “Gianni”, 26 anni di Malnate, fresco gappista della centoventunesima brigata Garibaldi “Gastone Sozzi” che, qualche ora prima, aveva assistito alla fucilazione da parte della Gnr (Guardia Nazionale Repubblicana) di due compagni di lotta, Giuseppe Brusa e Bartolomeo Bai, inizia la sua collaborazione”. Siede davanti al capitano Osvaldo Pieroni, braccio destro di Giovanni Battista Triulzi comandante dell’Upi-Gnr il cui compito specifico era dare la caccia ai partigiani definiti nella terminologia della Repubblica sociale italiana “ribelli” o “banditi”.
L’interrogatorio condotto a Villa Triste, ovvero nelle cantine dell’ex villa Dansi al numero 2 di via Dante, la strada che porta al Liceo Classico Cairoli, è pesantissimo. Sottoposto a ripetute vessazioni fisiche e psicologiche, Corradi, ex milite della Polizia stradale, ventisei anni, descritto come uomo fragile, di approssimativa formazione politica, non regge la pressione dei suoi aguzzini e confessa quello che sa e che si rivelerà decisivo nel determinare la sorte dei suoi compagni di lotta. Scrive Giannantoni nel 2004: “…l’ottobre di sangue varesino comincia così…Non in battaglia né in un agguato. Il timbro fatale e ferale è una confessione”. Un umanissimo, comprensibile cedimento che va indagato per quello che veramente è stato gettando, come hanno fatto i due autori, un nuovo cono di luce su un anno terribile (il 1944) della storia nazionale e anche della nostra città.
In chiusura del documentatissimo saggio Giannantoni e Tognola si interrogano su quale sia il compito della ricerca storiografica : ” Rappresentare la Resistenza come una costellazione fissa e immutabile nel cielo della memoria e raccontarla come ce la siamo immaginata, o indagarne l’essenza come realmente era, con tutte le sue contraddizioni e debolezze oltre che i suoi punti di forza”?
Il loro lavoro, giova sottolinearlo, va con forza nella seconda direzione, senza paure e infingimenti, un contributo di verità per scongiurare il sonno della memoria e non come qualcuno ha scritto in documenti pubblici “un processo alla Resistenza varesina che dà fiato agli amanti del reducismo fascista”.
Il libro verrà presentato sabato 30 marzo, alle ore 18, alla libreria Ubik di piazza Podestà; venerdì 5 aprile, alle 17.30, a Villa Mirabello, Sala Risorgimento e infine giovedì 11 aprile, alle ore 21, alla Biblioteca di Daverio.
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