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Cara Varese

QUATTRO CHILI DI LIBRO

PIERFAUSTO VEDANI - 29/03/2019

Due volumi della monumentale Enciclopedia di Varese

Due volumi della monumentale Enciclopedia di Varese

Mi sono addormentato con quattro chili sullo stomaco e ho dormito molto male, fortunatamente per un tempo non lungo perché mi ha svegliato il tonfo rumoroso provocato dalla caduta sul pavimento dall’immenso libro che stavo leggendo.

Quattro chili di peso, misure abnormi, copertina di cartone di qualità, cioè duro come l’acciaio, consistenti pure le pagine grazie all’eccellente carta. Un libro che in una biblioteca privata ci potrebbe stare, ma mai se accompagnato da numerosi altri identici volumi, tanti quanti ne servono per formare l’enciclopedia dedicata alla storia di Varese, voluta anni or sono dall’Università

dell’Insubria che voleva festeggiare il suo grande volo, essere utile alla città autocelebrandosi come una delle avanguardie di una Varese strepitosa a livello industriale e molto attenta alla cura della salute pubblica grazie a un ospedale di particolare efficienza.

Come cronista non applaudii il progetto di una enciclopedia-mattone: mi sembrava inadatta per il suo inevitabile grande numero di massicci volumi a trovare ospitalità adeguata in buona parte delle abitazioni cittadine. E nonostante le eccellenti intenzioni dei promotori la ritenevo elitaria e troppo tradizionale, inadatta cioè a raggiungere, anche per il tramite di biblioteche e scuole, buona parte delle famiglie, e soprattutto le nuove generazioni davanti alle quali si stava spalancando l’infinito del web.

Ci fu polemica, sorda ma acida, con i vertici accademici, non mi costò nulla essere escluso dalle testimonianze che la storia di Varese avrebbe raccolto, sarebbero cambiati i tempi ma avrei difeso l’Università come avevo fatto sin dalla sua nascita. Nemmeno oggi per via dell’incubo notturno di 4 chili di libro, mi passa per la testa di polemizzare: mi spiace solo che l’opera sia stata sospesa o proceda, dopo troppi anni, lentamente, e con difficoltà tali da far temere un naufragio totale.

Le ragioni del possibile stop sono di natura finanziaria, ma segnalare questa situazione forse può essere utile perché trattandosi di una iniziativa culturale di indubbio valore e come tale anche di grande portata sociale, potrebbe succedere il miracolo in una città e in territorio di vera avanguardia nel magico mondo tecnologico. Ci sono infatti uomini nuovi di questa generazione che guardano lontano e potrebbero raccogliere il moltissimo di buono e utile socialmente che c’è in una enciclopedia storica della comunità.

Sarebbe un eccezionale servizio offerto alla conoscenza di tutti e alla disponibilità delle civiche istituzioni.

L’Università dell’Insubria ha pianificato bene gli argomenti da trattare. Dello sport poco mi interessava avendone già buona conoscenza e avendo addirittura vissuto come capocronista gli anni d’oro del basket e del calcio, ma per esempio il volume dedicato a Santa Maria del Monte ci ricorda che la vita del monastero ha una perdurante secolare freschezza: aldilà della gioia della loro scelta di vita di preghiera e del peso di una strepitosa tradizione, le Romite con discrezione vivono anche la nostra realtà comunitaria alla quale danno a volte anche un contributo di pensiero e opere.

Solo grazie a “La storia di Varese” volume 4, si ha la possibilità di vedere importanti foto della visita di Giovanni Paolo II al loro monastero.

L’iconografia dello sport è ricca e spettacolare, come molto apprezzabili sono notizie, novità e approfondimenti in campo sportivo, dove vengono recuperati successi e campioni che sono stati nostro vanto e che gli anni che corrono via veloci a volte ce li fanno dimenticare.

Le mie considerazioni e speranze sono sincere: poter offrire a tantissimi giovani, alle loro famiglie, alle biblioteche e alle scuole la Storia di Varese condensata in pochi dischetti sarebbe una grande operazione sociale e culturale. Che contribuirebbe a un sicuro miglioramento di un futuro che sarà più difficile se non ci saranno state adeguate preparazione e conoscenza del passato.

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