(S) Non cercare di svicolare verso Medioevo o Nome della Rosa o cose simili. Hai buttato sassi nello stagno a profusione, tra mascherate e contraddizioni governative; adesso devi passare a qualcosa di positivo, altrimenti mi deprimo, non ho, a differenza di Onirio, la valvola di sfogo del sogno.
(O) Ma quale valvola! Il sogno fa parte della natura umana, anzi, proviene dalla parte più profonda del cervello, quindi del nostro Io. È l’unico aspetto dell’intelligenza umana che le macchine non potranno sostituire; forse sarà l’ultimo baluardo che ci proteggerà dall’essere governati da un algoritmo. La razionalità, chiamala pure analisi costi/benefici o ACB per seguire la moda delle sigle, ci ridurrebbe all’impotenza. Verrebbe tolto di mezzo tutto quello che viene fatto per ragioni diverse dalla convenienza; gratuità e amore finirebbero per scomparire. Mi aggrappo all’Arlecchino di Goldoni che fa trionfare l’amore.
(C) Vedi Onirio, ma la cosa riguarda anche la domanda di Bastiano su come si esce dalla contraddizione, neppure l’amore, risolve la contraddizione, pensa solo al fatto che tutti i femminicidi, gli stupri, le devianze (ammesso che si possano definire tali), gli abusi, sarebbero dovuti all’amore, stando ai loro autori, ad una qualche forma d’amore, magari impazzito, perché non corrisposto o ‘impossibile’. Non dobbiamo neppure trascurare quel filone filosofico che da Eraclito passando per certi mistici ed arrivando a Hegel ritiene la contraddizione necessaria allo sviluppo del pensiero. Vivere di fronte alla contraddizione e cercare di superarla fa parte della natura umana.
(S) La fai difficile. Io parlo di cose molto più semplici ed evidenti. Un governo, che chiude i porti a pochi derelitti e li apre al potere economico e commerciale cinese. Un governo, che vuole risparmiare sulla TAV e promette alla sindaca di Torino 70 milioni per organizzare le finali del Master di tennis (quanto valgono allora le Olimpiadi?). Un governo, che per metà appoggia a spada tratta l’idea della flat tax per le famiglie e per l’altra metà definisce ‘sfigati’ e ‘medievali’ i partecipanti al Congresso mondiale delle famiglie e li tratta da appestati. Una parte dell’opposizione, che ne dice anche di peggio (Cirinnà: Che vita di m….; Boldrini: Vergogna…), mentre piange, giustamente, sui migranti minori non accompagnati di tutte le latitudini e longitudini).
La Chiesa stessa sostiene in proposito posizioni, se non contraddittorie, almeno oscure. Te ne do due esempi. “Siamo d’accordo nella sostanza non sulle modalità». È la sintesi, efficacissima, (secondo Avvenire, n.d.A.) di quanto la Chiesa pensa del Congresso mondiale delle famiglie”, espresso per bocca del Segretario di Stato card. Parolin. Ancor più ‘efficacemente’ contraddittorio è il comunicato della diocesi di Verona: «Alla Diocesi di Verona sta molto a cuore la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio che considera la sorgente fondamentale e vitale della convivenza civile. Consapevole delle fragilità del nostro tempo, la Chiesa veronese è impegnata nel promuovere iniziative inclusive e di sostegno per tutte le situazioni di difficoltà familiare a livello sociale, lavorativo e affettivo. Oggi c’è bisogno di più famiglia non di meno. E la politica potrebbe fare di più e meglio. Nello stesso tempo la Diocesi di Verona si astiene dal prendere parte al conflitto politico su di un tema che, ritiene, non meriti il linguaggio violento e ideologico di questi giorni. Invita piuttosto a elaborare idee e proposte il più possibile condivise, a sostegno e a difesa delle persone che vivono situazione di fragilità affettiva, senza nulla togliere al valore di ogni dibattito che nasce da sensibilità diverse». Prova un po’ a rimettere le cose a posto.
(C) No, caro amico, le cose non possono andare a posto come vorresti tu. Sono poi due questioni totalmente diverse. Tutto ciò che riguarda le faccende politiche è sottoposto alla legge della ‘gravitazione elettorale’ e viene inesorabilmente attratto e poi ingoiato da questo buco nero, diventato tanto più potente quanto più l’elettorato è diventato mobile e sensibile più a interessi contingenti che a valori e a impegni di lungo respiro. Quindi almeno fino a dopo le elezioni europee dovrai rassegnarti ad ascoltare le bugie di Pinocchio e quelle del Gatto e della Volpe, i proclami di Mangiafuoco e i ragli degli asini, ancorché non trasformati in quadrupedi.
Quanto alla vicenda del Congresso mondiale delle Famiglie, ti posso solo confidare il mio stupore. Non ho mai preso in considerazione l’idea di parteciparvi, ma dopo tutte queste polemiche la curiosità mi è molto cresciuta e cercherò di informarmi accuratamente. Questa estrema cautela della gerarchia di fronte a un movimento che in una sua ala ha tentato, in modo fallimentare, di darsi una rilevanza politica, ha pure una modesta ragione di opportunità. Tuttavia a me pare derivare da una sottovalutazione del problema dell’identità, che in tempi di globalizzazione, di politicamente corretto, di caduta delle ideologie, di ‘fine della storia’, per usare l’espressione massimamente sintomatica dello stato d’animo di chi vive quest’età d’incertezza (di cambiamento d’epoca, se preferite), viene identificata come minaccia alla pace e alla comprensione tra gli individui e le nazioni. Ma senza identità non si resiste alla contraddizione, non si supera nessuna prova, materiale o morale. Spero capiate che non parlo di quel misero surrogato che viene spacciato dai sovranisti teoretici o pratici. Parlo di persone che sono riuscite a formarsi solide certezze morali a proposito delle questioni fondamentali della vita e della morte, dell’individuo e della società, del luogo dove si abita e del mondo intero. Nell’educazione a questa certezza il compito della Chiesa è fondamentale, gemellare, direi, a quello dell’annuncio della redenzione. Senza una identità matura ogni difficoltà diventa un ostacolo insuperabile, ogni peccato, personale o della Chiesa, diventa uno scandalo e una ragione di dubbio, di scetticismo, d’indifferenza, un rischio di perdita di fede.
Non ha torto Onirio, quando reclama la nostra attenzione su aspetti della vita non dominabili dalla ragione pratica, dall’economia, dalla convenienza e quindi a sollecitarmi a riprendere, per esempio, il tema della verità del Medioevo, come vissuto da una cristianità di persone e non come dipinto da Eco, allo scopo dichiarato di contestare le ragioni costitutive della Chiesa stessa. Ma potrebbe essere altrettanto importante, magari più divertente, verificare se nelle fiction attuali, con soggetti paraclericali come protagonisti, non venga presentata un’identità della Chiesa talmente sbiadita e ridotta a sentimentalismo da risultare ancora più debilitante delle velenose elucubrazioni giallo-nere del romanziere di grande fama. Alla prossima.
(S) Sebastiano Conformi (O) Onirio Desti (C) Costante
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