Stanno volgendo al termine i lavori per 3 milioni di euro che la città e il territorio aspettavano da anni per il campo di atletica di Calcinate degli Orrigoni.
L’intervento ha previsto la realizzazione del nuovo “rettifilo coperto” per gli allenamenti al chiuso, completo di quattro corsie da 60 metri, il salto in alto, il salto in lungo e salto con l’asta. Dovrebbe, inoltre, essere stata rifatta la pavimentazione sportiva della pista all’aperto da sei corsie e delle pedane per salti e lanci. Sono stati sostituiti gli apparecchi di illuminazione delle torri faro della pista e sono stati riqualificati gli spogliatoi degli atleti con lavori di rifacimento degli impianti elettrici e idrico-termico-sanitario. Il corposo intervento ha previsto anche la realizzazione di ulteriori nuovi spogliatoi per gli atleti mediante l’allungamento dell’edificio esistente, che ha consentito di aumentare la capienza fino a 60 atleti che possono utilizzarli in contemporanea con aree dedicate e divise per uomini e donne; sono stati poi riqualificati anche gli spogliatoi per gli istruttori ed arbitri. L’infermeria è stata adeguata per garantire l’accessibilità per le persone diversamente abili.
Infine, l’intervento ha previsto il miglioramento dell’ingresso e del parcheggio esterno, con la realizzazione del nuovo ingresso pedonale e di un nuovo parcheggio per i motocicli. Tutto bene. Allo stato di fatto, quello a cui non sembra sia stata prestata la necessaria attenzione, è l’inserimento delle nuove realizzazioni all’interno di un paesaggio con il quale le stesse fanno, ora come ora, letteralmente a pugni, quando invece dovrebbero assolutamente rispettarlo. Da parte di simpatizzanti dell’Associazione che presiedo, che sono soliti correre nella zona tra Casbeno e Calcinate, non poteva non notarsi, infatti, l’impianto sportivo che poneva nel paesaggio verso le campagne di Varese, il lago e il Monte rosa, una estremamente disturbante linea gialla costituita dal campo di atletica.
Ho scritto al Sindaco del Comune di Varese, all’Assessore alla Tutela Ambientale, a quello all’Urbanistica per denunciare quanto fotografato. Aspetto una risposta da parte del Comune, pronto a poter realizzare interventi di tutela paesaggistica che potrebbero sospendere le opere in corso e che spero non siano necessari.
Posso pensare che l’intervento fino ad ora visibile sia provvisorio e manchi di una finitura che lo renda compatibile col paesaggio. Confido che questo possa farsi visto che i componenti della giunta del Comune di Varese avevano posto la tutela paesaggistica, come primario fine del proprio mandato amministrativo. Le aree agricole del nostro territorio dovrebbero costituire porzione importante della nuova edizione di Nature urbane. Il Comune non può non considerare che questo sia argomento di essenziale importanza. In quest’ottica dovrà essere anche analizzato il tema delle aree agricole varesine urbanizzate e della trasformazione delle cascine storiche in parte demolite, in parte brutalizzate e in piccola parte correttamente restaurate.
La Varese città giardino non è solo fatta di meravigliose ville con annessi parchi storici, ma anche di fabbricati rustici ormai inglobati al suo interno assieme al proprio poco verde rimasto.
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