L’osanna riservato a Roger Federer riecheggia in tutto il mondo tennistico e, se vogliamo, nel cielo dello sport intero. Il suo 100° titolo è conquista enorme fatta di una classe sin ad ora non superata.
Bello, fantastico, tutto quello che si vuole… ma sciupato da un velo di tristezza pensando al “nostro” tennis: quello tricolore afflitto com’è da una sostanziale inesistenza di valori.
Lasciamo perdere Roger, paragone fuori luogo. Ma pur guardando all’intorno su tutta la nostra penisola il tennis è avvolto in un clima asfittico e – quel che è peggio – di poco interesse in fatto di pratica.
Eppure il tennis rimane quello sport bello, interessante e ai tempi più che frequentato, si diceva anche da giovani e giovanissimi che ora sostanzialmente lo ignorano.
Eppure nei tempi andati ogni giornata si era pur fermata a portare freschi risultati sui nostri campi. C erano stati dei campioni di ottima fama in Italia come all’estero. Non solo per citarne alcuni come Gardini e Sirola coppia imbattibile e il primo, campione anche in singolo. Così come Pericoli e Villani con le stesse caratteristiche in singolo e in doppio e venendo più avanti fermandoci al solo Panatta, eccellente rappresentante di un gruppo di buona qualità.
Niente. Oggi c’è il nulla che rende ancora più strana la cosa affievolendo il valore di tale sport. Si ipotizza un aumentato interesse ai campi di golf che avrebbe nuociuto al tennis. Pare, peraltro, di non reggere il raffronto tra due sport di assoluta diversa pratica.
E allora? Rimane da pensare ai talent scout di impronta propagandistica oppure accontentiamoci, dunque, di guardare altrove. Ma non è logico.
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