Dopo aver seguito per qualche anno (fine anni Sessanta, inizi anni Settanta) la gloriosa Ignis del basket che vinceva tutto, ho ripreso a frequentare il Palazzetto ‘Lino Oldrini’ di Masnago a metà degli anni Novanta, come tifoso e anche come giornalista. Da allora – si celebravano i 50 anni del sodalizio della palla a spicchi con il bel libro di Augusto Ossola ‘Cinquant’anni con voi’- non ho più abbandonato la Pallacanestro Varese, e quindi ho quel minimo di competenza che mi permette di scrivere qui un paio di considerazioni.
Una, quella che giudico più importante, riguarda la Società Pallacanestro Varese, che dopo i tempi dei Borghi e dei Bulgheroni, ha trovato in un Consorzio di sponsor la passione e i soldi necessari a gestire un’impresa sportiva da serie A. In questi ultimi vent’anni e più ho sempre potuto notare la serietà della gestione, anche nei difficili momenti che hanno portato la squadra in A2, con pronta risalita nell’olimpo del basket. Ho apprezzato la capacità di conciliare l’oculata gestione delle risorse con il mantenimento di un livello competitivo in campo tale da conservare la passione dei tifosi, sempre pronti a rinnovare l’abbonamento.
Ho poi apprezzato particolarmente l’apertura della società verso il mondo della scuola, con il progetto ‘Basket-Scuola di vita’, iniziativa che ha portato e porta gratuitamente al Palazzetto ragazzi delle elementari e delle medie, coinvolgendoli anche con incontri coi campioni e altre iniziative. Come insegnante alla scuola media Vidoletti ho più volte partecipato in prima persona a questo progetto, realizzando con gli alunni gli striscioni che hanno accompagnato il nostro sostegno alla squadra durante le partite.
La seconda considerazione è più tecnica, riguarda il cammino della squadra in questo campionato 2018-2019. Prima uno sguardo panoramico su questi ultimi vent’anni. Proprio vent’anni fa ho assistito in diretta all’esaltante vittoria nel Campionato, la stella, i Roosters, galletti scatenati con la mosca atomica Gianmarco Pozzecco, con Andrea Meneghin, Sandrone De Pol, Mersic….un campionato fantastico, che ha gratificato i tifosi varesini dopo anni di attesa. Era il maggio radioso del 1999, cui hanno fatto seguito anni meno confortanti e persino la calata in A2, per fortuna di breve durata.
Ci ripensavo proprio la scorsa domenica, quando è tornato a Varese coach Pillastrini (allenatore oggi di Reggio Emilia), colui che ci fece risalire subito in serie A. Per tornare a giocarci i piani alti della classifica, sia in Campionato che in Coppa Italia, dobbiamo aspettare la Cimberio di coach Vitucci e la favolosa squadra di Dunston, De Nicolao, Polonara, Ere, Banks, Sakota, campionato 2012-2013. Primi dopo il girone d’andata (26 punti, due sole sconfitte), primi anche alla fine della stagione regolare (46 punti), dopo aver perso la finale di Coppa Italia contro Siena.
Ed è sempre Siena a eliminarci dai play-off, dopo 7 tiratissime partite, e con il nostro migliore lungo, Dunston, infortunato. Poi altro digiuno, campionati alterni, niente finali di Coppa Italia e fuori anche dai play-off, qualche affanno per evitare la retrocessione e infine coach Attilio Caja, la Openjobmetis che a partire dallo scorso campionato, è tornata a risalire la china, sino a piazzarsi nella parte alta del tabellone della classifica. Campionato 2017-2018: dopo un inizio disastroso, la disfatta di Cremona e l’ultimo posto in classifica, il girone di ritorno ha visto la squadra diventare protagonista di una rimonta memorabile, che ci ha riportato ai play-off, quando si temeva la A2. Brescia ci ha eliminati al primo turno, ma le basi c’erano per ben sperare. E in effetti quanto di buono si era visto nella seconda parte del campionato scorso si è rivisto nel girone d’andata, con comoda qualificazione alle final eight di Coppa Italia, finali che ci mancavano dal 2013.
Purtroppo abbiamo incontrato subito Cremona (che la Coppa Italia andrà poi a vincersela), la squadra attualmente più in forma, con coach Sacchetti che i varesini ben conoscono, non siamo stati impeccabili e l’avventura della Coppa si è subito conclusa. Ma resta il Campionato e la Fiba Europe Cup, che ci trova agli ottavi di finali, a giocarcela contro la Z Mobile Prishtina. Si diceva, un girone d’andata super, con calo verso la fine e inizio del girone di ritorno con le armi un po’ spuntate. E le armi sono le scoperte dello scorso anno, Aleksa Avramovic e Tyler Cain su tutti (ben supportati da Matteo Tambone, dal capitano Giancarlo Ferrero, da Nicola Natali) e le novità di quest’anno: Dominique Archie, Antonio Iannuzzi, Jean Salumu, Thomas Scrubb e Ronald Moore. La guardia Avramovic e il lungo Cain sono senza dubbio i più continui e affidabili, dei nuovi si sta meritando la fiducia di Attilio Caja soprattutto Scrubb, mentre più discontinuo è Archie e forse la delusione maggiore viene dall’esperto play Moore.
Il Campionato è molto equilibrato, non abbiamo squadre nettamente inferiori, ogni partita è una lotta e lo dimostra la recente vittoria contro Reggio Emilia, ultima in classifica eppure ottima squadra. Occorre sudare ogni volta, e Varese in fatto di sacrifici non si tira certo indietro. La difesa è spesso arma vincente, un pressing asfissiante che può confondere gli avversari. Attualmente mancano una decina di partite e occorrono altre quattro vittorie in Campionato, per avere la certezza dei play-off, obiettivo non impossibile. E per ciò che riguarda la Fiba Europe Cup, pur essendo la Coppa europea di secondo livello, resta sempre un traguardo prestigioso. I giochi sono aperti. Facciamo canestro.
You must be logged in to post a comment Login