I libri spesso riattivano la memoria riportando in superficie fatti e avvenimenti di cui si erano perse le tracce. Altre volte costringono al “ripasso” di eventi storici studiati quando ancora si era sui banchi di scuola. A me l’obbligo di “ripasso” è capitato di recente, dovendo presentare il libro “Due donne una bandiera” scritto a quattro mani da Annalina Molteni, scrittrice e saggista, e Gianna Parri insegnante, studiosa di storia dell’800/900.
Una bella e partecipata iniziativa della Biblioteca “Bruna Brambilla” dell’istituto Anna Frank di Varese, con grande soddisfazione dei promotori: i volontari della Biblioteca e l’Associazione mazziniana di Varese.
Leggendo l’intrigante “viaggio” delle due autrici nei luoghi e nel contesto risorgimentale in cui vissero le due protagoniste del libro Laura Solera Mantegazza e Adelaide Bono Cairoli, non ho potuto fare a meno di approfondire gli eventi che hanno segnato uno tra i periodi più importanti della nostra storia nazionale.
Un lavoro impegnativo, ma piacevole, facilitato dall’intramontabile Storia dell’Italia moderna di Giorgio Candeloro, che conservo gelosamente tra i mie libri di gioventù.
Le due protagoniste del libro vivono e partecipano, con impegno e passione esemplare, i passaggi storici più significativi di quel ventennio e che vanno dalle Cinque giornate di Milano (1848) alla breccia di Porta Pia (1870).
Il “viaggio” di Annalisa Molteni che spesso si lascia guidare dalle “suggestioni della fantasia” e di Gianna Parri che da buona storica richiama con rigore i “reperti del tempo”, prende corpo rivisitando, sulle sponde del lago Maggiore, i luoghi più amati da Laura Solera Mantegazza. A partire dalla residenza estiva, la “Sabbioncella” di Cannero, per poi proseguire a Monza, Milano, Pavia.
Laura fin da giovanissima rompe gli schemi convenzionali dedicandosi oltre alla cura e alla educazione dei figli all’opera di istruzione dei contadini e degli operai. Successivamente si distingue nell’impegno sociale dando vita, a Milano, al primo asilo per bambini, alle prime associazioni di mutuo soccorso e ai corsi di alfabetizzazione.
Il suo ruolo attivo nella battaglie risorgimentali verrà riconosciuto dallo stesso Garibaldi che Lei incontra per la prima volta durante la battaglia di Luino del 1848 e col quale manterrà rapporti amichevoli fino alla sua morte. Laura sostiene, con coraggio e determinazione, tutte le imprese garibaldine distinguendosi in particolare nella raccolta dei fondi finanziari.
Con Adelaide Bono Cairoli stabilisce un rapporto di amicizia speciale fatto anche di condivisione delle scelte e delle azioni per la conquista di una Italia libera e repubblicana. Adelaide vedrà morire in battaglia quattro dei suoi cinque figli maschi. Il primo dei quali Ernesto nel 1859 perde la vita nella battaglia di Biumo della quale a maggio ricorre il 160° anniversario. Mamma Cairoli diventerà simbolo dell’estremo sacrificio che in nome di valori e ideali alti può essere compiuto.
Le due donne, con coraggio e spirito di sacrificio esemplari, hanno abbracciato la causa per una Italia unita e repubblicana in stretto rapporti con Garibaldi e Mazzini.
Vite esemplari fatte di dedizione, coraggio, spirito di sacrificio, il cui valore diventa ancor più significativo se si pensa al contesto culturale e sociale di allora quando le donne, anche benestanti e acculturate, non potevano agire “al di fuori della tutela di un marito o di un padre”. Donne che, precorrendo i tempi, rappresentano una significativa testimonianza delle prove di emancipazione affrontate per affermare pienamente pari dignità, autonomia, diritti.
Un esempio ben rappresentato anche da un altra donna protagonista delle lotte risorgimentali e unica donna nella spedizione dei Mille, Rosalia Montmasson, la cui vita è stata splendidamente riproposta nel libro pubblicato lo scorso anno, “La ragazza di Marsiglia” di Maria Attanasio. Rosalia fu compagna e moglie – poi disconosciuta – di quel Francesco Crispi che da fervente garibaldino si trasformerà ben presto in uomo di potere e potente Primo ministro del Re.
Rosalia, la lavandaia stiratrice, e Laura così come Adelaide, figlie di famiglie benestanti, sono accomunate dalla stessa passione che ebbero anche i grandi uomini del Risorgimento, ma a differenza di questi ultimi, spesso relegate nel dimenticatoio della storia.
Realizzare l’obiettivo all’Unità d’Italia non è stato facile e neppure lineare. Infatti, nel lungo, aspro e tormentato percorso che ha portato alla sua realizzazione, vi sono stati momenti esaltanti e vittoriosi, ma anche delusioni, tradimenti, sconfitte.
Il libro oltre a farci conoscere due donne dal carattere forte e combattivo, due personalità che pur molto diverse per sensibilità e formazione, aiuta e stimola a rivisitare e ripensare quegli eventi anche con lo sguardo rivolto all’oggi.
A 160 anni dalla proclamazione dell’Unità d’Italia il processo appare tutt’altro che compiuto e, al di la della retorica sovranista e nazionalista, il rischio di fratture e divisioni insanabili è sempre presente. Se allora l’Italia era preda dei giochi e della presenza attiva di Spagna, Francia, Inghilterra, Austria, oggi potrebbe esserlo di nuovo da parte di altri soggetti capaci di far leva sulle nostre debolezze strutturali e su una classe dirigente tutta proiettata nella gestione dell’esistente.
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