Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Apologie Paradossali

OPERE

COSTANTE PORTATADINO - 15/03/2019

treno(O) Mi avevi quasi promesso una bella discussione su ‘Il nome della rosa’, con un’apologia ben documentata del medioevo vero, rispetto a quello giallo-nero di Eco, invece … rieccoci a Tav, no-Tav e in più questa complicazione della Via della Seta. Che noia.

(C) Semplicemente una questione di tempestività. Il medioevo è lì da mille anni e può aspettare, mentre la questione cinese è scoppiata improvvisa e si salda con argomenti irrisolti, come Tav e Brexit, che urgono un giudizio, anche se difficile, provvisorio e fallibile.

(S) Concordo sull’urgenza e sottolineo la necessità di parlare chiaro, perché stavolta le metafore, quali quella del ‘servitore di due padroni’ potrebbero creare confusione.

(C) Non nego di essere stato tentato di cambiar nome addirittura alla rubrica: “Antologia di contraddizioni” potrebbe essere un titolo adeguato al presente. Al primo colpo d’occhio vediamo che chi non vuole aprire ‘buchi’ nelle montagne per andare a Lione è pronto a spalancare corsie preferenziali per far arrivare merci da Pechino; chi chiude i porti a quattro disgraziati li spalanca alla concorrenza, spesso sleale, del più grande e spregiudicato concorrente economico. Perciò mi domando: ma chi sono i servi e chi i padroni?

(S) Se non vuoi fermarti alla prima apparente contraddizione, considera questo fattore di continuità nella politica giallo-verde: si tratta di andare contro L’UE, in particolare contro Germania e Francia e di accostarsi ai Paesi balcanici, per lo più sovranisti, che qualche memorandum d’intenti con la Cina già l’hanno sottoscritto. Ammesso che il motivo dominante sia quello antieuropeistico in vista delle prossime elezioni, devi riconoscere che nel caso ‘Via della Seta’ le due componenti del governo sembrano procedere compatte.

(C) Proprio questo è fonte di meraviglia, un’improvvisa convergenza su un tema che solo fino a poco tempo fa sarebbe apparso divisivo tra i due partiti di governo o li avrebbe visti entrambi contrari, se avessimo dato credito alle prese di posizioni anticinesi apparse sul blob di Grillo. Allo stesso modo stupisce che non si dia peso all’evidente rovesciamento delle parti tra vecchi e nuovi capital-imperialisti, tra vecchi sottomessi e sfruttati e nuovi poveri in divenire. Si crede ancora che la Cina pratichi il comunismo marxista-leninista adattato alla condizione di un’economia agricola o si riesce a vedere una forma particolarmente aggressiva di capitalismo di Stato?

(S) L’opportunismo confinato allo sguardo del tempo breve non fa vedere i pericoli di perdita di benessere e di libertà nei tempi medi e lunghi. È utile e facilissimo leggere il testo dell’accordo in italiano, basta cercare su Corriere.it. Apparentemente si tratta di dichiarazioni d’intenti non vincolanti, ma è chiaro che si parla esclusivamente di argomenti che interessano la Cina. Mi sembra anche sciocco dire: “tanto questi accordi non hanno valore giuridico”, se così fosse, perché si sarebbero fatti? Perché si firmano, con tanto di solenne presenza del Presidente Cinese? Perché si aggiungono codicilli finali che sono identici a quelli di qualunque contratto? Ve ne riporto qualche esempio:

Paragrafo VI: Legislazione applicabile.
Questo documento d’intesa non costituisce un accordo internazionale che potrebbe portare all’applicazione di diritti e obblighi sotto la legge internazionale. Nessuna parte di questo documento è da considerare come base di impegno legale o finanziario per le controparti. Il presente documento d’intesa verrà interpretato secondo la legislazione delle controparti e la legislazione internazionale, laddove ne ricorrano i presupposti, e per la parte italiana anche secondo la normativa dell’Unione Europea.
*** Questo documento d’intesa avrà effetto dalla data della firma.
Questo documento d’intesa resterà valido per un periodo di cinque anni e sarà rinnovato automaticamente per altri periodi di cinque anni in futuro, a meno che non venga terminato da una delle controparti con comunicazione scritta con almeno tre mesi di anticipo
”.

È un pasticcio giuridico, prima ancora che politico. Ma se anche non avesse valore giuridico, il valore politico per la Cina è grandissimo, per l’Italia molto meno, se non negativo.

(O) Siete i soliti pessimisti, non avete un briciolo di fantasia. Anche la Chiesa Cattolica ha da poco realizzato un accordo ben più impegnativo e in apparenza sfavorevole col governo cinese, pur di migliorare i rapporti reciproci; il vostro problema è che non credete mai alla reciprocità, perché non credete alla buona fede degli interlocutori.

Oppure ci credete anche troppo. Non vedete che tutto il traffico ferroviario con la Cina si dirige in Germania, a Dusseldorf? Non sarà che la Germania è contraria agli accordi altrui per difendere il valore dei propri? Avete accusato d’incoerenza le componenti del governo, ma non mi pare che Germania e UE brillino né per coerenza, né per altruismo.

(S) Tuttavia, quanto a coerenza, è bene ricordare che proprio martedì scorso il Parlamento Europeo ha votato una mozione che richiede cautela nell’apertura alla tecnologia cinese 5G per le telecomunicazioni, guarda un po’, con il voto dei M5S e l’astensione della Lega. Insomma, al di là di questo conclamato sovranismo non si vedono politiche motivate e coerenti da parte di nessuno.

(C) Come al solito mi lasciate il compito più difficile, definire una proposta credibile, alternativa ad una confusione così diffusa che sarebbe troppo facile concludere: ‘sono tutti pazzi’ o quanto meno incompetenti. Una certezza ce l’ho: da soli ci si autodistrugge. L’esempio della Gran Bretagna è illuminante: risente fin d’ora dei danni dell’uscita dallo spazio europeo, nonostante possa contare ancora sulle relazioni internazionali e sulla consistenza finanziaria ereditate dalla precedente storia imperiale, nonché sull’indubbio vantaggio della lingua inglese. Non è più solo una questione economica: più ci si isola, più sembrano prevalere le ragioni di un ulteriore isolamento; la paura diventa dominante, le differenze di opinione diventano contrasti incolmabili e la difficoltà di cooperare, da politica, diventa antropologica, cioè mette in discussione anche i valori fondamentali.

Voglio prendere in esame anche il caso TAV, di cui lascio a persone ben più competenti di me il compito di argomentare l’utilità in termini di costi/benefici, confutando l’analisi della Commissione Ponti. Voglio invece limitare il mio intervento ad un solo argomento: questo tratto, impropriamente chiamato TAV, perché non si tratta di ‘Alta Velocità’, bensì di capacità di trasporto merci, sarà l’unico ad essere realizzato secondo standard comuni europei e l’unico competitivo rispetto al trasporto su strada, sia per costi sia per impatto ecologico; sarà il vero passaggio decisivo, proprio perché valica le Alpi e attraverso la pianura padana introdurrà alla penisola balcanica, unico collegamento paneuropeo in senso longitudinale. Che questo collegamento sia a sud delle Alpi è essenziale non solo per l’Italia, ma per il sudeuropa mediterraneo e balcanico. Significa un aumento di possibilità economiche e di relazioni civili per decine di nazioni, ma con tutta evidenza in misura maggiore per quella realtà, l’Italia, che può fruire delle due aree portuali, ligure e adriatica, e che si trova al centro della fitta rete costituita dalle linee ferroviarie transalpine verso il nord, Sempione, Gottardo, Brennero e Tarvisio.

Più complessa è la questione della Via della Seta. In apparenza dovrebbero valere considerazioni analoghe, a favore del libero commercio e dell’integrazione tra mondi così lontani e diversi. Ma c’è anche una evidente sproporzione di dimensione e di potenza economica tra Italia e Cina, che mi fa dire: state attenti a non fare la società del topo con il gatto: non è difficile immaginare come va a finire. In parole chiare: le infrastrutture non vanno svendute e neppure promesse ai cinesi.

(S) Mi viene in mente un esempio di un economista argentino: molti anni fa il suo Paese concluse un trattato paritetico di libera navigazione fluviale con la Gran Bretagna, perfettamente paritario sul piano giuridico; peccato però che la Gran Bretagna non avesse grandi fiumi navigabili e che l’Argentina non avesse navi.

(O) Mi avete sommerso di argomentazioni, quando io volevo semplicemente incoraggiare i lettori a non fermarsi ai primi calcoli e alle prime paure, altrimenti nessuna impresa potrebbe decollare e nessuna opera pubblica, nemmeno un marciapiedi supererebbe l’analisi costi/benefici. Resto comunque convinto che le vie siano meglio dei muri e che da rapporti paritetici ci sia più da guadagnare che da perdere, a patto che siano davvero paritetici, perché fare la fine del topo non piacerebbe nemmeno a me.

Quanto alla TAV, la soluzione è molto semplice, non chiamatela più Torino-Lione e nemmeno Lisbona- Kiev, ma direttamente Ronaldo-Shevcenko, vedrete che piacerà di più.

(O) Onirio Desti (C) Costante (S) Sebastiano Conformi

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login