Il comitato di Biumo inferiore nella persona del suo portavoce Gabriele Bardelli si è lamentato dei problemi di cui soffre il quartiere. Ha voluto rilasciare la presente dichiarazione (che leggo su La Prealpina del 2 Marzo 2019): ”Abbiamo tentato ogni possibile via di dialogo, ci siamo fidati delle promesse dell’Amministrazione Comunale, delle parole delle forze dell’ordine, abbiamo atteso speranzosi che qualcosa nel quartiere potesse cambiare, ma è cambiato solo in peggio. I fatti di cronaca degli ultimi giorni sono la testimonianza di quello che noi cittadini siamo costretti ad affrontare quotidianamente. Quante volte abbiamo già gridato ai quattro venti le nostre preoccupazioni? Per quanto tempo dovremmo attendere che l’Amministrazione si ricordi di Biumo? Quando inizierà la sostituzione dell’impianto di illuminazione anche nel quartiere? Possiamo sperare che nell’occasione dell’anniversario della Battaglia di Biumo, si provvederà a rimettere in sesto il quartiere? Siamo anche pronti alla mobilitazione – conclude –: se dovremo andare in piazza per difendere la nostra sicurezza e la nostra libertà, lo faremo”.
Allo stesso modo navigano irrisolti i problemi di via Cavallotti a Varese, come ha denunciato l’Associazione Amici della Terra, che rappresento. Il Comune ci ha ascoltato con i residenti. Si è svolto poi un incontro nella sede dell’Informagiovani a Varese, in cui il Comune ha ascoltato le lamentele dei residenti che spesso, durante i fine settimana, sono limitati delle proprie libertà e anche di poter avere legittimo soccorso, e ha garantito che sarebbe intervenuto a loro sostegno.
Dopo questo incontro, che sarà ripetuto in breve tempo, sono stati segnate dalla polizia le aree dove i singoli bar possono mettere i tavolini al loro esterno. Sembra, però, che in definitiva non si siano potuti garantire gli spazi sufficienti a soddisfare le problematiche lamentate dai residenti.
Anche in questo caso si è avuto a che fare con un Comune che si è reso disponibile ad ascoltare le difficoltà dei privati, ma che poi manca di tutti strumenti attraverso i quali affrontarle e risolverle in maniera compiuta.
Scendere in piazza, potrebbe servire a risolvere questi problemi? Credo proprio di no. Certamente entrambe le questioni di cui parlo avrebbero bisogno dello svolgimento di controlli continui e accurati da parte di tutte le forze di vigilanza pubbliche.
Dovrebbe allora intervenire palesando tutti i suoi poteri e la capacità di risolvere le questioni di cui scrivo il prefetto di Varese. Chi può chiamarlo? Amici della terra lo ha già fatto sia per Biumo sia per Via Cavallotti, ma mai ha risposto alle lettere a lui inviate. Riteniamo allora che lo debba sollecitare il Sindaco di Varese facendo in modo che il Prefetto comandi azioni speciali che sono l’ultima speranza che ci possa essere il miglioramento della situazione attuale.
Che fare? Proprio nei prossimi giorni a Napoli saranno operativi i primi dieci tavoli di osservazione sulla sicurezza urbana (Tdo), uno per ogni municipalità della metropoli meridionale, frutto dell’accordo raggiunto il 26 luglio 2018 in Conferenza Stato-città e autonomie locali, questi nuovi organismi sono stati concepiti per dare ai Comuni con più di 250mila abitanti e dotati di organismi di decentramento amministrativo strumenti per attuare strategie per la sicurezza urbana.
Non è chiaramente possibile fare in modo che quanto realizzato a Napoli possa estendersi a Varese, che oltre a non avere 250.000 abitanti, neppure ha più i consigli di circoscrizione. Occorre però che la municipalità chieda l’aiuto della prefettura per risolvere problematiche che non ha mezzi per affrontare. A Napoli proprio il Tdo è lo strumento attraverso cui sviluppare il confronto con la cittadinanza (comitati, categorie produttive e ogni altro soggetto portatore di interessi e/o bisogni collettivi avvertiti nei quartieri di riferimento) per acquisire notizie ed altri elementi di valutazione sui problemi esistenti nel territorio, oltre ad altro.
Ciò, almeno nelle intenzioni sancite nell’accordo della Stato-Città e autonomie locali, dovrebbe coinvolgere la cittadinanza nei progetti avviati e contribuire a innalzare il grado di sicurezza percepito. Il passo successivo è lo studio delle soluzioni per i problemi specifici di ogni area e, più in generale, elaborare proposte da valutare nell’ambito dei comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica.
In attesa del patto per la sicurezza urbana della città di Napoli, dei tavoli di osservazione cittadini fanno parte anche rappresentanti della direzione scolastica regionale e altre associazioni espressione della società civile. Tra i componenti anche l’assessore comunale con delega alla Sicurezza urbana e alle municipalità.
A Varese è operativo per i problemi dei quartieri l’assessore Strazzi e il Comune medesimo vuole normare i Consigli cittadini volontari. A questi, che dovrebbero risolvere problemi sociali, è necessario che abbiano sufficiente autonomia e i fondi necessari per poter agire.
Se il sindaco non si accorderà con il prefetto e soprattutto se i Consigli cittadini volontari mancheranno della possibilità di avere potere decisionale, tutte le problematiche che ora preoccupano la cittadinanza quando non affrontate in modo risolutivo, finiranno per ingigantirsi allontanandola dai contenuti della gestione della città. Insomma, quello che è necessario sia evitto dalle azioni intraprese dal prefetto di Napoli, è che per poter badare con efficacia alle situazioni di disagio del corpo sociale, vengano chiamate contemporaneamente le istituzioni pubbliche, cittadine, ma anche quelle private e le stesse scuole.
Bisogna che gli esponenti della politica istituzionale battano, insomma, strade nuove anche istituendo appositi continui e stabili momenti di dibattito dove essi possano incontrare forze sociali diverse non ora sufficientemente ascoltate e responsabilizzate.
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