Non è fatto usuale e, come tale, è stato oggetto di notevole e positivo clamore. Si gioca una partita di basket tra giovanissimi (più o meno tredici anni) e gli spettatori sono in grande maggioranza i loro genitori e i parenti, ovvero una cornice che dovrebbe essere la più indicata a seguire con passione i ritmi dell’incontro.
Capita, invece, che a un certo punto la massa di quelli che avrebbero dovuto essere “educatori” sbotta e proferisce invettive profonde, clamorose e ingiuriose nei confronti dell’arbitro, anch’esso giovanissimo. Per un certo verso la faccenda si svolge nella quasi usualità di certe vicende; attorno il coro indegno continua a esibirsi fino a che l’allenatore di una delle due squadre contendenti pone fine all’indegnità, ritirando la propria squadra dal campo.
Sia ben chiaro che non è una cosa di poco conto e non solo perché il ritiro preventivo determina la sconfitta, a tavolino ma soprattutto perché anche nel basket “maggiorenne” il tifo talvolta degenera…
Qui, però, il fatto è diverso: gli interpreti e attori sono gli educatori dimostratisi indecenti, quindi, sono quelli che profondamente criticano le battaglie sui campi e, in genere, il rischio è la paura di frequentare gli stadi dove si dovrebbe, invece, passare il tempo in clima di assoluta tranquillità.
Ciò deve avere giustamente pensato il meritevolissimo allenatore – anche se dando luogo a un’eccezione –: si è preso, infatti, la responsabilità di un gesto assolutamente fuori dal comune e fuori dal coro.
Questo allenatore (sorta di eroe dello sport) ha subìto meritato il consenso del presidente della sua squadra e il rispetto di chi ha saputo della vicenda.
Il fatto genera scalpore anche e soprattutto alla luce di una situazione di ineducazione diffusa messa in atto da parte proprio di coloro che, dovrebbero essere di esempio e che quasi regolarmente è presente nei comportamenti tra parenti dei giocatori.
È fatto notorio – soprattutto a chi ha frequentato i campi sportivi come chi scrive – che gli allenatori, in particolare di formazioni giovanili considerano il pubblico dei parenti quale il peggiore autore di situazioni critiche o di contrasto.
Nel caso di cui si diceva si è sforato il massimo ma la cosa non è per niente nuova. Nuova solo l’ottima decisione di un allenatore. Davvero vincente.
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