Si avverte sempre più la necessità di aggiornamento in ordine alla nascita di nuove figure professionali, considerato il disillineamento tra le competenze richieste dalle imprese e quelle possedute dai lavoratori, nonché la rapidità dei cambiamenti tecnologici. Per cui la formazione professionale accanto alla scuola è uno dei due pilastri su cui si fonda il sistema educativo nazionale.
Attualmente in Italia l’istruzione è obbligatoria sino ai 16 anni e si completa nel biennio successivo o con l’acquisizione di un titolo di studio nell’istruzione secondaria superiore di secondo grado o, in alternativa, con un titolo di qualifica o di diploma professionale. La qualifica è pertinente ai percorsi triennali, il diploma a quelli quadriennali. Siamo ancora ben lontani dall’avere un sistema in grado di rispondere ai fabbisogni della nostra società, delle imprese e del mercato. Per la formazione e la specializzazione è comunque necessario un investimento serio e stabile.
La finalità è di preparare un ampio ventaglio di profili professionali. La proposta educativa dell’istruzione e formazione professionale è quella di valorizzare intelligenze e talenti di quei giovani, che prediligono un apprendimento più pratico, pena il rimanere ai margini del sistema. I percorsi della istruzione e formazione professionale sono di competenza delle regioni e vengono realizzati da agenzie formative, quali sono i Centri di formazione professionale (Cfp), accreditati nelle Regioni e posti in grado di possedere adeguati know how, risorse umane, aule, laboratori, spazi adeguati e attrezzati, nonché standard regionali che garantiscano gli allievi e le famiglie.
Altre tipologie di offerta sono quelle che riguardano la sussidiarietà integrativa, che aggancia i percorsi triennali dell ‘istruzione e formazione professionale a quelli degli Istituti professionali e la sussidiarietà complementare, che replica il modello ordinario all’interno degli istituti scolastici statali.
Gli studenti interessati ai percorsi dell’istruzione e formazione professionale si mantengono sostanzialmente stabili nel tempo, con la crescita però del 9,4 % rispetto all’anno precedente dei percorsi di quarto anno che assicurano la qualifica. Si accusa una flessione del 5% tra gli iscritti in sussidiarietà integrativa.
I periodici monitoraggi evidenziano la capacità di contrastare la dispersione scolastica e l’efficacia nell’aiutare coloro che, a seguito di bocciature o interruzioni, faticano a rintracciare un senso, conferendo loro una rinnovata motivazione all’apprendimento e alla costruzione di un progetto di vita e di lavoro.
Il sistema duale, articolato dispositivo di servizi formativi e lavorativi, nasce nel 2015 su impulso del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con le Regioni ed è finalmente a regime dopo due anni di sperimentazione. Il modello è mutuato dalla cultura tedesca. Il sistema duale si fonda su quattro perni: 1) corsi di istruzione e formazione professionale progettati e realizzati in stretto accordo con le imprese; 2) percorsi in alternanza scuola-lavoro di almeno 400 ore annuali organizzati fra istituzione formativa e soggetto ospitante; 3) contratti di apprendistato per qualifica e diploma con previsione di benefici retributivi e contributivi per le imprese, che assumono i giovani apprendisti; 4) utilizzo della modalità didattica dell’impresa formativa simulata.
Soprattutto i corsi sperimentati nelle modalità del sistema duale mostrano un rinnovato legame e dinamismo tra il mondo della formazione, le aziende e il contesto locale.
L’Istruzione tecnica superiore (Its)è invece realizzata sul modello della Fondazione e vede la partecipazione di imprese, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo, per rispondere ai fabbisogni di alte competenze a contenuto tecnologico e innovativo delle imprese.
L’accesso, previa selezione, prevede il diploma di istruzione secondaria superiore o, per chi è in possesso di diploma quadriennale, un corso annuale integrativo. Per circa i quattro quinti i diplomati degli Its hanno trovato lavoro entro un anno dal diploma.
La regolamentazione dell’Istruzione e formazione professionale è rimessa alle scelte operate da ciascuna Regione; onde una situazione decisamente frammentaria, con marcate differenze tra Nord e Sud. Lo Stato ha fissato i livelli essenziali delle prestazioni a garanzia dei diritti civili e sociali di tutti i cittadini, ma in ampie zone del Paese non sono attuati. Di converso la crisi degli Istituti professionali di Stato risulta sempre evidente con percentuali sempre più alte di abbandono e crescente riduzione delle iscrizioni.
Il D.Lgs. 13 aprile 2017 n.61 ha ridisegnato radicalmente l’impianto dell’istruzione professionale statale. Si è passati dai sei precedenti a undici indirizzi e si è tentato di integrare meglio i due sottosistemi (di competenza statale e regionale) con largo impiego di metodologie didattiche attive, personalizzazione dei percorsi, un apprendimento che si basa sul lavoro intorno a un progetto e sul diffuso impiego di misure di orientamento, di supporto, di recupero.
La compresenza dei due sottosistemi mantiene la specificità istituzionale, organizzativa e funzionale delle due offerte e sono rafforzati i passaggi da un sistema all’altro. La sussidiarietà integrativa, ormai abrogata, deve cessare. Va comunque evitata la concorrenza al ribasso, essendo sancita la pari dignità di istruzione e formazione professionale e istruzione professionale di Stato. Uno dei capitoli più dolenti è quello delle risorse economiche, questione legata al sistema dei bandi (si devono garantire poi fondi sempre uguali nel tempo). È previsto il coordinamento con la Rete dei servizi per le politiche del lavoro.
Forma Nazionale riunisce oltre 560 centri di formazione professionale di ispirazione cristiana. È un’associazione nata nel 1999 per impulso di Acli, Cif, Cisl, Coldiretti, Confap, Confcooperative e Mcl e rappresenta oltre l’80 % delle attività di formazione.
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