Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Spettacoli

CRETINI DI TALENTO

MANIGLIO BOTTI - 01/02/2019

sanremoPiù che al Festival di Sanremo in sé – la cui 69a edizione comincerà tra pochi giorni (martedì 5 febbraio, per l’esattezza, giorno della festa di sant’Agata, la “santuzza” catanese) – ancora una volta ci si è prodotti in una preparazione del sugo che s’è sviluppata nell’arco delle settimane precedenti.

Si è andati dunque dalla scelta e dalla presentazione dei giovani che scenderanno in gara (non mancava all’appuntamento nemmeno un vetero Pippo Baudo) alla quasi consueta polemica politica con il conduttore Claudio Baglioni, il quale ha avuto l’ardire di duettare con il vicepremier Matteo Salvini sulla centrale questione dei migranti, mentre l’Italia (opinione del Fondo monetario internazionale) rischia di andare a rotoli per tutt’altre ragioni: cantando sulle note del Festival come a bordo del Titanic. Polemica subito rientrata, quella tra Baglioni e Salvini, come da copione. Ma intanto se n’è parlato.

Che si tratti di un déjà vu (le cose ormai vanno così da decenni) è innegabile. All’introduzione sanremese hanno giovato (o dovrebbero avere giovato) anche trasmissioni televisive tipo Techetecheté (Grazie dei fiori) e pure il serial animato Adrian, dedicato a Adriano Celentano, messo in campo proprio in questo periodo dalle reti Mediaset, rivali della Rai.

Come sarà questo maturo d’età Festival di canzonette – che tutti come sempre affermano di volere snobbare e di non volerlo assolutamente guardare per poi scendere a tenzone in maniera massiccia sui social – non si può sapere ma forse facilmente prevedere: il cantautore Claudio Baglioni replica, a fianco come copresentatori ci saranno il – bravo – attore comico Claudio Bisio, l’attrice-imitatrice Virginia Raffaele (brava) e un cast di ospiti di professione – parliamo solo di quelli italiani – se non scontato anch’esso prevedibile: da Rocco Papaleo (Dopofestival) a Fiorello, a Maurizio Crozza, a Luca e Paolo e così via… Bravissimi.

Dei cantanti che sfileranno – vecchi e nuovi, conosciuti e sconosciuti, ospiti e superospiti tra i quali piace vedere un Antonello Vendittii – inutile discettare, sono un contorno ormai quando primo e secondo piatto sono già serviti. E si andrà avanti per (quasi) una settimana, quando cioè alla fine già si potrà parlare dell’edizione dell’anno a venire: la settantesima, un compleanno interessante se si pone mente al fatto che – come si diceva una volta – sono tutte e soltanto canzonette.

E, come annunciato prima, non si può nemmeno astenersi dal parlare di Adrian: cartone animato (prefestival?) disegnato da Manara, musiche di Piovani, ma scritto dall’uomo ombra Adriano Celentano, cantante neo-ottantunenne (superbravo: arriva annunciato da un tuono, addirittura!), un Celentano che – nel bene e nel male, ma diciamolo: molto più nel bene – s’è legato mani e piedi alla storia del Festival e forse alla storia d’Italia: dagli inizi di Ventiquattromila baci (1961: vinse Luciano Tajoli, Celentano arrivò secondo) alla ballata, storica appunto, del Ragazzo della via Gluck (1966: bocciata in prima serata ma poi assurta a simbolo italico e celentanesco), passando per Chi non lavora non fa l’amore (1970: vittoria! insieme con la moglie Claudia Mori, la coppia più bella del mondo, ancora nel salone delle feste del Casinò…).

Anni fa il giornalista Giorgio Bocca – cuneese burbero e verace – definì Adriano Celentano, avviato sulle strade della filosofia e dell’arte, più che di quelle della canzonetta, un “cretino di talento”, giudizio epocale che probabilmente non piacque a Celentano. Il quale però, da furbone qual è sempre stato, oltreché innegabilmente talentuoso, si guardò bene dal replicare, pensando – in tempi non ancora sospetti – che egli altro non era che un vessillifero di “cretini di talento”. Cioè di un intero popolo.

Facebooktwittergoogle_plusredditpinterestlinkedinmail

You must be logged in to post a comment Login