Tempo fa ho visto alcune scene tratte dal film di Massimiliano Bruno titolato “Viva l’Italia”. Una commedia che vede tra i protagonisti Michele Placido, un onorevole il quale, colpito da un ictus non grave, rimane temporaneamente menomato in quella parte del cervello responsabile dei freni inibitori. A causa di questa inattesa franchezza comincia, sin dall’ospedale, a mettere in chiaro che lui passa davanti a coloro che fanno la fila. In seguito, grazie alle cure sperimentali di un medico precario e amico di uno dei suoi figli, raggiunge la guarigione e partecipa ad un incontro del suo partito, organizzato per gestire le elezioni.
L’evento viene trasmesso in televisione nel programma “La verità ti fa male” dedicato all’articolo 21 della Costituzione che recita: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero”. Nella fiction il suo discorso è, più o meno, il seguente: “Immagino la faccia che stanno facendo i miei figli in questo momento a casa, credete, se io sono qua è perché ho un problema, non riesco più a dire bugie, però siccome qualcosa da raccontare ce l’ho, se permettete lo faccio. Al ristorante quando arriva il cameriere col conto voi ve lo leggete per vedere se è da pagare oppure no? Voglio dire, preferite scegliere voi quello che dovete mangiare o vi accontentate di quello che vi diamo noi! Perché se non avete ancora capito stiamo ripetendo l’inciucio come con la bicamerale, come con il compromesso storico. Anche in questo momento noi stiamo decidendo cose grosse senza chiedervi il permesso e voi che fate? State zitti. Se volete essere trattati come cittadini dovete pretendere la scrittura di un nuovo articolo della Costituzione, l’articolo 140: “Tutti i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità”. Capisco, lo so, state dicendo: Onorevole ma se non ce la dite la verità come facciamo a conoscerla? Avete ragione, sono quarant’anni che faccio il politico … la verità … è vero … chi l’ha mai perseguita. Io mi sono sempre aggiustato gli affari miei assieme a quei galantuomini dei miei colleghi, a quegli ipocriti dei miei avversari. Qui da noi essere furbi è quasi un merito e la gente ti invidia pure. Quello lo voto perché è un furbo e ha capito tutto. Insomma si sceglie il meno peggio. Ecco lo si porta ad esempio come se non ci potesse essere strada migliore, come se ci fosse solo una possibilità. Come si può invidiare uno come me che ha collaborato a costruire un Paese dove ci sono persone che avrebbero diritto a un lavoro ma sono costrette a trovarlo all’estero. Alcuni giovani non hanno neppure i soldi per andare a cercare il lavoro all’estero e sono sottopagati, sfruttati, con il timore di essere licenziati da un momento all’altro, con la paura di non vedere mai uno straccio di pensione. Ragazzi ricordatevi siete ancora in tempo per cambiare le cose, perché siete proprio voi che andrete a votare. È meglio pensare che crederci, è meglio poter scegliere, facendo sacrifici, piuttosto che fregarsene, fare gli indifferenti. Datemi retta, se ci sono contrasti significa che ci sono idee e se le idee sono tante e diverse allora si c’è la democrazia, però attenzione, a noi ci dovete fare pelo e contropelo prima di darci la poltrona in Parlamento e una pensione a vita perché in questi anni, veramente, abbiamo votato gente che ha avuto a che fare con mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona unita; qualcuno lo sapeva e l’hanno votato. Adesso s’è deciso: da quest’anno dobbiamo pensarla tutti più o meno allo stesso modo e dobbiamo stare tutti sulla stessa barca però io su questa barca non ci voglio salire anzi non ci vogliamo salire. Io non so adesso se questo articolo 140 verrà mai scritto nella Costituzione ma per quanto mi riguarda il diritto alla verità lo sto imparando, lo stanno imparando anche i miei figli e spero che piano piano lo imparerete anche voi. Sapete avrei tante cose da dirvi su come ho gestito questo Paese assieme ai miei colleghi; a tante domande sarei capace di rispondere, a tante altre no. Io ho chiuso con questa politica, sono guarito quindi mi metto a disposizione della magistratura, sì, Michele è qua”.
Come sappiamo la musica oggi è un po’ diversa. Siamo in pieno clima di cambiamento. In questa realtà tanto diversa anche le bugie continuano ad essere di moda …Ad esempio, la legge di bilancio si scrive e si rende applicativa con il solito voto di fiducia, dopo aver raccolto in un maxi emendamento le più strane decisioni, non discusse e tanto meno condivise. Il ministro della propaganda ripete sempre: nel nome del Paese, di 60 milioni d’Italiani, applicando quella che viene chiamata la democrazia diretta. Con arroganza e un distintivo nell’occhiello del bavero della giacca. Dovremmo aumentare il livello di controllo al fine di perseguire l’applicazione della verità, quella spicciola, quotidiana. Per la verità con l’iniziale maiuscola, continuerà a lavorare la Magistratura. Almeno ci speriamo.
You must be logged in to post a comment Login