“Censiremo i raccomandati della Rai e ristabiliremo il principio di meritocrazia”, tuonava il colonnello grillino Luigi Di Maio all’indomani del ribaltone elettorale del 4 marzo 2018. E dal cilindro della nuova Rai gialloverde ecco saltare fuori Carlo Freccero, navigatore di lungo corso della televisione di Stato e di quelle private, già direttore di Rai4 e in precedenza di Canale5, Italia1, Rete4, della tv francese Cinq e, dal 1996 al 2002, di Rai 2 che ora torna a dirigere. Un esperto di televisione, nato con le tv di Berlusconi a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, poi alla Rai dove ha ricoperto numerosi ruoli con diverse amministrazioni.
Un ammiraglio che ha servito molte bandiere mantenendo la libertà di giudizio e alzando spesso la voce con gli ex datori di lavoro: esiliato al secondo piano degli uffici di viale Mazzini a Roma durante il governo Berlusconi e messo in pensione dalla Rai (a cui aveva fatto causa) il 5 agosto 2013. Un dirigente scomodo, ribelle alle logiche di partito. Per certi versi una scelta di garanzia. Senonché le prime mosse del nuovo direttore di Rai2 stanno suscitando un vespaio di polemiche, accusato di aver epurato Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu con la soppressione del programma Quelli che dopo il tg e di aver spostato in seconda serata Nemo, un altro programma non allineato.
Il Pd va all’attacco. Luca e Paolo sarebbero stati puniti per aver preso in giro in tv il ministro Toninelli, il portavoce Casalino e lo stesso Di Maio. Il deputato Andrea Romano parla di violento editto contro chiunque critichi il governo Lega/M5S, la collega Alessia Morani rincara la dose insinuando che su viale Mazzini è calata la scure sovranista e Michele Anzaldi, segretario della commissione di vigilanza Rai, va giù ancora più pesante: “Con lo specchietto per le allodole di riportare in Rai Daniele Luttazzi – dice a Repubblica – Freccero elimina la satira. Non c’è solo il caso di Luca e Paolo che pagano l’imitazione di Toninelli sul ponte di Genova. È grave lo spostamento di Enrico Lucci in seconda serata per estendere l’approfondimento giornalistico affidato al direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano che ha definito i primi cittadini di Palermo, Firenze e Milano “sindaci anti-sicurezza”.
Freccero replica con ironia. “Ho chiesto a Luca e Paolo di fare la parodia di Toninelli in diretta a Quelli che il calcio e questo dimostra come siano stati epurati – dichiara ad Adnkronos – Ho chiesto loro anche di salutarmi in diretta Michele Anzaldi”. Il quale risponde a muso duro al direttore di Rai2: “Per la seconda volta Freccero si rivolge a me in modo sprezzante, ma il mio è un ruolo istituzionale di membro della Vigilanza. Sta buttando alle ortiche il suo curriculum visto che la striscia di Luca e Paolo sarà sostituita dall’approfondimento di un Tg che ha una miriade di esposti per violazione della par condicio”. Fatalista Paolo Kessisoglu: “Parlare di epurazione mi sembra esagerato perché siamo ancora su Rai2 con Quelli che il calcio, ma ci chiediamo perché l’altro programma venga eliminato dati gli ascolti in crescita”.
Libertà di satira in pericolo? Stare in guardia non è sbagliato perché la Rai ha sempre subito gli umori della politica e dei governi succedutisi al potere. Ricorderete le polemiche scoppiate in settembre per la nomina di Marcello Foa alla presidenza di viale Mazzini dopo il tweet in cui l’ex direttore del quotidiano della Svizzera italiana, Corriere del Ticino, aveva attaccato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Mentre il vicepremier Di Maio gongolava: “Abbiamo appena nominato i vertici della Rai. Oggi inizia una nuova rivoluzione culturale con i due nomi – Marcello Foa presidente e Fabrizio Salini ad – che su proposta del ministro Tria, il presidente del consiglio e il consiglio dei ministri ritengono all’altezza di questa grande sfida per liberarci dei raccomandati e dei parassiti”.
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