Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato nei giorni scorsi i rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni, i radicali Marco Cappato e Marco Perduca e l’avvocato Filomena Gallo, che hanno esposto le varie iniziative dell’associazione con riguardo alla libertà della ricerca scientifica e al diritto dei malati a beneficiare dei risultati delle ricerche scientifiche. Tra i vari temi di cui si è discusso, ha riferito in una nota palazzo Chigi, “anche le misure attuative della legge istitutiva delle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), misure che il presidente Conte ha confermato essere in arrivo a breve”. Il Bel Paese viaggia più velocemente ed è già arrivato, senza attendere le misure attuative del Governo. I Comuni della Provincia di Varese, sollecitati spesso dai propri cittadini, si sono attivati immediatamente dopo l’approvazione della Legge 22 dicembre 2017 n.219 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento). La Legge è entrata in vigore il 31.01.2018 e già prima della fine della primavera gli uffici dello Stato Civile erano operativi per ricevere le dichiarazioni del TESTAMENTO BIOLOGICO come la gente da anni definisce il DAT.
La norma stabilisce che una persona maggiorenne, capace di intendere e di volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi possa “… esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari”.
Oggi si può finalmente esprimere la volontà di rifiuto di accertamenti e terapie in momenti della vita in cui non si sarà in grado di indicare consapevolmente tale opzione secondo il sacrosanto principio che “Nessun trattamento può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata”.
I primi dati riguardanti il numero dei DAT depositati presso gli uffici di stato civile sono indicativi e certificano un vivo interesse al problema. Nel capoluogo sono stati depositate al 31.12.2018, da febbraio, ben 398 dichiarazioni DAT. Di questi 136 sono uomini e ben 262 sono donne. Il Comune di Varese ha potuto usufruire della costante e fattiva collaborazione di SOCREM, storica società varesina per la cremazione che fornisce informazioni, assistenza e modulistica tutti i giorni dalle 8,30 alle 12,00 presso gli uffici cimiteriali del Comune in Via Sacco. L’Ente Provincia ha fornito tempestivamente anche i dati relativi ad altri comuni della provincia. Dopo Varese, con 398, si piazza Busto Arsizio con 235 DAT depositati; Gallarate con 57; Saronno con 52; Malnate con 36 e Induno Olona, sorprendentemente, con 30. In generale si potrebbe sostenere che la fascia di età più sensibile riguarda i cittadini tra i 40 e i 70 anni.
Molto più delicato il problema del “fine vita” che la Corte Costituzionale ha evitato di affrontare obbligando il Parlamento a legiferare entro il 2019 ed esprimersi quindi sulla legalizzazione delle pratiche di eutanasia assistita. In Parlamento l’unica forza politica disposta a ragionarci è il M5S, mentre tutte le altre forze non hanno ritenuto di considerare l’eutanasia legale una priorità almeno durante la campagna elettorale del 2018. Solo Più Europa, emanazione dei soliti radicali, allora con la misera pattuglia di quattro parlamentari, ha fatto esplicito riferimento al tema.
Nel frattempo con oltre 30mila euro di spesa gli italiani possono ricorrere all’eutanasia nella vicina Svizzera dove lo Stato non decide per il singolo cittadino nella sfera strettamente privata. Sarebbe facile qui richiamare la frase attribuita a Martin Luther King: “La mia libertà finisce dove comincia la vostra” che risulta indigesta a libertari ed anarchici, ma rende l’idea.
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