Un passaggio quello, del Beppe da Torino a Milano, sbocciato con un’immediatezza tale da farlo quasi rendere effettivo prima che si conoscessero con certezza i motivi della rottura in bianco nero. Nulla si sa se anche Marotta facesse parte del più o meno generalizzato peana di società, squadre e tutto il resto della fase milanese di un azzurro, Spalletti, che addirittura aveva chiaramente esposto una sorta di felicità per l’arrivo di un personaggio di chiara fama nei fatti e non solo a parole.
Adesso si dovrà vedere se non si verificherà il contrario e cioè se Marotta sarà ancora felice di avere a che fare con le penose prestazioni che Spalletti ha saputo mettere in scena riuscendo a mettere ko la sua squadra e portandola da un’ accellente posizione e da tante possibilità di fare a una vera e propria disfatta.
E che poi Spalletti dopo il definitivo ko si sia sentito tanto coraggioso da assumersi nelle sue dichiarazioni la responsabilità degli errori commessi è quasi cosa penosa, posto che ad altri non si sarebbe potuto affibbiare colpe.
Il mister ha sbagliato tutto, dagli schieramenti in campo alle tattiche (inguardabili!), ai cambi durante il gioco e chi più ne ha più ne metta.
Il “dimettiti” chiamato a gran voce dal pubblico nerazzurro al termine dell’ultimo incontro a SanSiro a chiusura della disfatta è la più lampante dimostrazione di un disappunto più che logico. Certo che un qualcosa di meglio probabilmente avrà sperato anche se i pericoli dovevano pur essere all’orizzonte.
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