A Varese c’è più luce. Non solo quella scintillante delle luminarie natalizie, che quest’anno sembrano più allegre e generose del solito. E forse lo sono, anche per contrastare la desolazione di un momento storico non certo facile, e non solo per il Paese Italia: basta pensare alla Francia di Macron, al Regno Unito col tormentone Brexit, alla stessa Germania che ha perso a sua volta ogni allure di granitiche certezze dell’era Merkel. O al tristissimo, ultimo episodio che ha violentato la bella città di Strasburgo e i suoi abitanti e visitatori.
Per tornare alla nostra Varese, ci ha confortato anche e soprattutto la rinnovata illuminazione delle sue strade. Aveva più che mai bisogno di essere adeguata, dopo anni di incuria: per ragioni di un miglior godimento della città, ma anche di sicurezza degli impianti, nonché delle persone che transitano la sera per spostarsi da una zona all’altra.
Le luminarie installate invece per decorare negozi e uffici pubblici, luci argentee o calde, del colore dell’oro, o ghirlande verdi accese di rossi lumini si sono quest’anno moltiplicate: cresce ovunque la voglia di chiudere l’anno guardando al nuovo con rinnovata speranza.
Rallegrano in corso Matteotti e corso Moro, e nelle vie Vittorio Veneto e Morosini grandi nastri dorati e d’argento, altri ancora risalgono ovunque, fino alla Motta e alla chiesa del Santo, il santo del porcello. Quello invocato dal poeta dialettale Speri della Chiesa Jemoli, nelle sue famose giaculatorie dedicate alle giovani in cerca di marito che a lui si rivolgevano.
Ma per esprimere ogni desiderio si dovrà aspettare fino a metà gennaio e al giorno del grande falò dei Monelli che scalda i cuori e la piazza, la sera del 17.
Anche dalla torre di Piazza Monte Grappa scende un’ampia striscia argentea composta di tanti fili che attraversano la piazza, fino al lato opposto. Dove è stata allestita la pista di pattinaggio: struttura un po’ ingombrante, anche esteticamente, di giorno, ma la sera la cornice luminosa e gaia d’insieme accende il desiderio dei più giovani di provare a volare sul ghiaccio a suon di musica.
Altro piccolo divertimento di questi giorni di festa ė il trenino che gira per il centro fino alla elegante via Donizetti, sbucando tra un addobbo e l’altro: perché non provare, fintanto che la luce dura, illudendosi che si possa campare sempre così, in attesa che la festa arrivi, o che nuovi miracoli si compiano…
Insomma, camminare e muoversi per Varese in questi giorni diverte e fa star bene, come non succedeva da tempo. Vale lo stesso discorso se ci si inoltra nei nostri giardini pubblici che la sera si illuminano di tanti colori. E già di giorno, chi ci va spesso coi bambini lo sa bene, appaiono puliti e curati : dai laghetti ai giochi per i piccoli, alle aiuole ben tenute, alla torre della villa Mirabello che è stata appena risanata e rimessa a nuovo.
A proposito delle torri ne abbiamo tante in Varese e, sistemandole al meglio quando necessario, si potrebbe costruirci attorno un itinerario turistico, facendoci conoscere, oltre che come città dei sette colli e dei sette laghi – quelli che si vedono guardando dal Sacro Monte – anche per le nostre torri: immaginando di partire da piazza Monte Grappa e dal Campanile del Bernascone, passando per la torre di villa Mirabello, all’altra del castello di Masnago, a quella di Velate, proseguendo con la torre campanaria, sempre progettata dal Bernascone per la chiesa di Santa Maria del Monte. È rimasta squadrata, senza lanterna finale com’era in origine, a causa degli innumerevoli fulmini che la colpirono nel tempo. L’approdo finale sarebbe all’Osservatorio di Campo dei Fiori, il più elevato luogo di osservazione della nostra città.
A proposito del borgo di Santa Maria del Monte ci è apparso ultimamente a sua volta “miracolato”. Sistemata la strada per le Pizzelle, aggiustate le numerose staccionate in legno che fanno da parapetto, ben visibili i cartelli coi percorsi da scegliere: e la salita verso la chiesa, partendo dal Mosè, offre un acciottolato in ordine, ricomposto.
La pulizia estrema di piante e arbusti fa apparire la nostra montagna linda e pulita, accudita e potenzialmente ospitale per chi ha voglia di arrivarci (raccomandata la funicolare) nei giorni delle festività natalizie. Visitare i suoi musei (con i due gioielli del Museo Baroffio e Pogliaghi) ) e magari sedere per gustare qualche buona pietanza locale, con vista sul più bel balcone di Lombardia, vale sicuramente l’impegno di salire lassù.
Insomma, alle amiche che arrivando da fuori Varese esternavano qualche anno fa le loro rimostranze per la scarsa pulizia, il traffico e l’inquinamento, la diminuita ospitalità – osservazioni che non potevamo smentire per evidenti ragioni – oggi possiamo dire che è il momento di ritornare. Non perché ci è stato ufficialmente garantito dal Sole 24ore che siamo risaliti di parecchi posti nella classifica che giudica il livello della qualità di vita nelle città italiane, e questo ci fa sentire certo orgogliosi: ma perché ci troveranno anche qualche bel negozio nuovo in più e tanta accoglienza, pulizia, accresciuta voglia di rinnovamento, e una montagna in ordine, che aspetta i più intrepidi, con belle ville e parchi da visitare.
Le nostre magnifiche chiese addobbate per il Natale, coi loro antichi presepi, meritano a loro volta – e non ultime- la visita : accanto alla Basilica dedicata a San Vittore, e alla già citata chiesa cara a tutti noi, sul cocuzzolo della Motta, anche quella, dedicata a Maria, che vediamo là in alto, proprio sul monte che fa di Varese un posto unico al mondo.
Come sappiamo tutti un luogo che ė Patrimonio dell’umanità. Non poco.
Buone Feste a tutti.
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