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Attualità

NORMALITÀ DEL FAR BENE

CESARE CHIERICATI - 07/12/2018

Rendering del nuovo parcheggio di via Sempione

Rendering del nuovo parcheggio di via Sempione

Capita rovistando e mettendo ordine tra cassetti, scaffali e librerie di imbattersi in scritti, note e considerazioni di anni fa che raccontano con quanta fatica avanzino nella vita pubblica di Varese progetti, interventi e realizzazioni nel settore vitale e delicatissimo dei lavori pubblici. Nei due anni e mezzo della giunta Galimberti molto è stato avviato, lo abbiamo più volte sottolineato su queste colonne, anche ottimizzando quanto di buono (non moltissimo) si era comunque ereditato, in primis il piano per la nuova illuminazione pubblica e il parcheggio multipiano di via Sempione. Opere fondamentali e in corso di realizzazione, alle quali stanno per aggiungersi il parcheggio di Giubiano e la sistemazione / rivitalizzazione dell’intera area delle stazioni, un progetto ambizioso ormai in dirittura d’arrivo che dovrebbe cambiare la faccia di un brano fondamentale della città ormai giunto, per trascuratezza e degrado endemico, a un punto di non ritorno.

In merito il 27 ottobre 2009 si scriveva: “L’area delle stazioni ha in effetti conosciuto un degrado crescente oggi aggravato dalla presenza in viale Nuccia Casula di un quartiere fantasma, degna location per un film di Dario Argento, dove peraltro insiste, come un fiore in una torbida palude, la bella piazzetta ideata da Marcello Morandini. Lì accanto un supermercato che, una volta chiusi i battenti, diviene a sua volta terra di nessuno. Lo stesso discorso vale per Piazza Repubblica, la grande incompiuta dell’era Fassa, Fumagalli, Fontana”.

Sono passati poco più di nove anni, una vita, e al nulla si è sostituita, solo per le stazioni, qualche concreta speranza di cambiamento. Un bilancio assai magro non c’è che dire, ma confidiamo in un futuro meno avaro, vedremo. Nell’attesa in sede di presentazione di bilancio, a fine novembre, sono stati annunciate una saga di grandi e piccole opere: impianti sportivi più efficienti, edifici pubblici riabbelliti (speriamo sia la volta anche della Palestra di via XXV aprile), parcheggi di quartiere nelle vie Bertini, ai piedi di Biumo Superiore, Cimone a Giubiano e Tasso a Cartabbia). Ha detto Cristina Buzzetti, assessore al bilancio: ”Sarà un bilancio d’equilibrio, nella continuità, con un’attenzione particolare alla manutenzione e alle opere non faraoniche ma che incidono sulla vita dei cittadini al netto dei grandi progetti già decollati o che stanno per farlo”. Esattamente quello di cui ha bisogno urgente la città. Quanto annunciato a inizio legislatura e confermato ora deve rapidamente tradursi in realtà perché le manutenzioni restano un nervo scoperto anche della giunta del giovane avvocato bosino. Lo testimoniano le lamentele, le denunce, le proteste ogni giorno ospitate da giornali e social.

Dei cambiamenti promessi in effetti non si è visto molto. Si ha spesso l’impressione che “gli uffici” preposti siano in endemico ritardo rispetto alle esigenze e alle necessità dei cittadini e che spesso vengano colti di sorpresa in relazioni a problemi prevedibili come, quest’estate, il dilagare di erbacce lungo marciapiedi e i tombini intasati da anni. Sembra proprio che l’improvvisazione faccia premio su una ragionevole programmazione degli interventi. E che manchi una regia coordinata.

Rifare i marciapiedi nel quartiere Belfiore, promettere di ripulire la scarpata del cimitero di Belforte, sistemare la strada per il Sacro Monte, aggiustare asfalti corrosi da traffico, intemperie e incurie pregresse va benissimo ci mancherebbe, ma sono cose che appartengono alla normalità amministrativa. Talvolta vengono invece presentate come imprese epocali. Varese non può permettersi ulteriori attese, ha accumulato ritardi clamorosi già in tempi in cui “il patto di stabilità taglia fondi” del professor Monti non era ancora all’orizzonte. Sempre nove anni fa, il 29 dicembre 2009, Gladiseo Zagatto, allora assessore ai lavori pubblici del primo esecutivo Fontana, dichiarava sconsolato: “In una situazione normale le strade andrebbero asfaltate ogni sei/sette anni. In alcuni punti della città il rifacimento del manto risale a dodici anni fa… per fare un paragone con i nostri” vicini di casa”, in Svizzera sulle strade di grande scorrimento il tappeto di usura viene rifatto mediamente ogni cinque anni”. Ecco, ritrovare la normalità del fare e del fare bene – parliamo ovviamente della macchina amministrativa – dovrebbe essere la stella polare dei prossimi anni. La città ne ha diritto e chiede una qualità urbana decisamente migliore di quella attuale.

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