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Il Mohicano

ASCOLTIAMO BENE

ROCCO CORDI' - 23/11/2018

catastrofe“Prima che si presenti la catastrofe si è troppo indaffarati per sentirla arrivare” così scrive Helena Janeczek, vincitrice del Premio Strega 2018, in un suo racconto pubblicato nell’antologia curata da Simon Levis Sullamm: 1938-storia, racconto memoria. Oggi non siamo alla catastrofe, ma molti segnali e tendenze dovrebbero suscitare molto più di qualche semplice allarme. Non siamo oppressi da una dittatura, né il contesto generale può essere paragonabile a quello che esattamente 80 anni fa (era il 17 novembre1938) consentì di promulgare con regio decreto i provvedimenti “per la difesa della razza”.

Le lezioni della storia, anche quelle più tragiche, si dimenticano spesso con troppa facilità oppure vengono rimosse, per ignoranza o leggerezza. Forse anche per questo molta gente, oggi come allora, si sente “indaffarata” in mille faccende e non vede o non vuole vedere quello che le accade intorno.

Eppure sono tanti, anche troppi, i segnali che dovrebbero far scattare almeno un campanello d’allarme.

Nessuno può considerarsi estraneo a ciò che accade in giro per il mondo o anche a due passi da casa o persino dentro di essa. Certo è molto più facile girare la testa dall’altra parte, rifugiarsi nell’illusione che “tanto a me non tocca” oppure affidarsi alle tanto false quanto comode “sicurezze” vendute dagli imbonitori di turno. I problemi però restano. Anzi si aggravano ogni giorno di più.

Le cause principali vanno però ricercate nella crisi che ci attanaglia da lungo tempo. Una crisi principalmente economica, ma la cui durata e ampiezza hanno prodotto sconvolgimenti tali da trasformarla ben presto anche in crisi sociale e culturale. Sono infatti cresciuti gli squilibri territoriali e sociali mentre in ogni ambito lavorativo si procede all’insegna della precarietà e della riduzione dei diritti individuali e collettivi. La fiducia nella possibilità di farcela e nelle prospettive di futuro si è drasticamente ridotta. Per comprendere gli umori e le tendenze che rimettono in discussione le basi stesse della democrazia occorre partire da qui con la volontà di cercare e indicare risposte adeguate. Solo così sarà possibile ricreare fiducia e partecipazione consapevole, condizioni primarie per poter contrastare efficacemente i pericoli esistenti e il precipitare incontrollabile della crisi.

Se la globalizzazione incontrollata e prepotente ha spazzato via le illusioni di una crescita ininterrotta capace di soddisfare bisogni e aspettative di tutti creando la situazione che è sotto i nostri occhi, la via d’uscita può essere trovata solo riordinando le dinamiche economiche e sociali dentro un processo in cui libertà, uguaglianza, giustizia, solidarietà, accoglienza, non sono parole vuote ma progetto e azione di governo.

E’ nel perdurare della crisi e nell’assenza di alternative che hanno gioco facile quelle forze che anziché misurarsi sulle sue cause reali prediligono esercitarsi quotidianamente nel gioco della caccia ai “nemici” da abbattere. L’elenco dei soggetti da colpire si allunga ogni giorno di più: gli immigrati, l’Unione Europea, il Parlamento, la burocrazia, i diritti civili, i giornalisti.

Pur di raccattare facili consensi tutto fa brodo. Generalizzare e sparare nel mucchio è diventato uno sport nazionale al quale partecipano anche, in gran parte inconsapevolmente, le persone più deboli e le vittime della crisi frastornate, deluse e arrabbiate, per l’impossibilità di vedere sbocchi positivi alla loro condizione attuale.

E se i messaggi devianti provengono proprio da chi ha la responsabilità e gli strumenti per intervenire sulle cause di questo dramma economico e sociale, se per spegnere l’incendio si continua a buttare benzina sul fuoco, allora non bisogna sorprendersi dei molti, troppi, che si “abituano” alle spiegazioni tanto semplici quanto infondate, finendo per accettare passivamente, o addirittura diffondere, le false verità.

A maggiore ragione non bisogna arrendersi all’evidenza, ma reagire con fermezza e determinazione contrastando i luoghi comuni e affermando l’idea guida che il presente va governato e non demonizzato. Ultimamente, segnali positivi in tal senso, che crescono dal basso e vanno diffondendosi un po’ ovunque, fanno ben sperare.

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