Libri

LA FAMIGLIA, TENTAZIONE PER IL FUTURO

ANNALISA MOTTA - 17/03/2012

Scrive di famiglie e per le famiglie, ed è un sacerdote, anzi il Superiore Generale di una Fraternità di Missionari: preti naturalmente. E ne racconta in “presa diretta”, attingendo alla sua famiglia di origine, alle famiglie dei suoi seminaristi, alle tante famiglie amiche che con lui si confrontano, gli chiedono aiuto, gli offrono amicizia.

Nasce per una via singolare, dunque, questo libro fuori dagli schemi che monsignor Massimo Camisasca spiega come “un bambino, un seme che viene gettato, poi cresce, matura e infine nasce”. Il seme sono le centinaia di mail e lettere giunte dai lettori di un altro suo lavoro, sulla figura del padre nella nostra società e nella vita di ciascuno: ”Mi chiedevano di approfondire, di comunicare la mia esperienza e le mie convinzioni sulla famiglia. Così, in un mese, è nato questo volume”. E certamente non è il suo un testo di catechesi o teologia, nemmeno di analisi sociologica (“molti altri ne hanno scritto con maggior competenza”): tanto che si legge quasi con avidità, sulla scia di un linguaggio piano e paziente, cesellato da citazioni dei grandi della letteratura e della Chiesa, nel quale incontriamo ad ogni pagina non il prete in cattedra, ma l’uomo di fede che sta raccontando la sua vita e la vita di chi gli è caro.

Nemmeno la premessa, peraltro, è consueta: “La crisi delle famiglie è davanti ai nostri occhi (…) ma desidero approfondire le opportunità di vita buona date all’uomo… l’unico metro di misura veramente interessante e umano è quello del bene e della felicità”, scrive l’autore nell’introduzione.

Ottimista a oltranza, allora? “Positivo, direi, ma realisticamente positivo, perché credo nell’esperienza familiare, anche con tutta la sua drammaticità. Del resto il cammino umano verso un bene più grande avviene sempre attraverso delle prove. E la ragione ultima di questo mio sguardo positivo è che la famiglia è un crocevia delle esperienze più interessanti per l’uomo e la donna: l’innamoramento, la fecondità, la trasmissione della vita e del sapere, l’autorità, la fratellanza, la responsabilità nella società, persino i fallimenti. Insomma, la famiglia è un luogo di esperienze radicali, anche difficili. È la grande università dove si impara la vita”.

Inevitabile un confronto tra le sue parole e la nostra quotidiana fatica: ti ritrovi a chiederti se tu, madre e padre, o nonno addirittura, ti sia mai accorto della ricchezza e della pienezza di certi vissuti, pur gravi e disperanti a i tuoi occhi. Così, all’affermazione certa, costruita “sul campo”, che i due più grandi aiuti alla famiglia sono Dio e gli amici, cominci a rileggere passato e presente con occhi più attenti e cuore un poco cambiato dalla speranza.