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Noterelle

TEOREMA GEOMETRICO

EMILIO CORBETTA - 09/11/2018

teoremaIl nostro vivere, il nostro agire, il nostro essere è caratterizzato da rapporti che potremmo definire “teorema geometrico”: una metafora che li racchiude tutti. Con i nostri simili abbiamo rapporti trasversali, orizzontali, ma abbiamo anche rapporti verticali. Poi ci sono rapporti non rapporti perché sono paralleli e non avvengono mai: due rette parallele corrono una di fianco all’altra. Gli infiniti punti che le compongono si guardano dai finestrini delle loro rette e non dialogheranno mai, non si incontreranno mai. La nostra ridotta vista quando guarda le due rette parallele ha l’impressione che in fondo in fondo le due si incontrino, ma quando il loro correre si fa prossimo le due rette sono inesorabilmente separate.

La nostra vita invece è diversa. Può essere una vita simile ad una linea spezzata: tanti segmentini per un pezzetto rettilinei, poi un angolo ci fa cambiare direzione fino al prossimo angolo. Oppure siamo una linea piena di curve, una linea sinuosa: i punti che compongono la nostra linea cambiano sempre direzione, non sono uno dietro all’altro, ma un poco spostatini uno rispetto all’altro. Poi abbiamo le linee composte: un po’ spezzate, un po’ curve. Tutte queste linee hanno una caratteristica: si incontrano, si toccano, parlano tra di loro, si abbracciano, si accarezzano, si spezzano e cambiano direzione. I punti che le compongono sono gli istanti della nostra vita, che possiamo immaginare collocati su un piano. Il tempo è fatto come un piano sopra l’altro: una specie di pagina senza spessore, che compone un libro senza volume, con un’infinità eterna di pagine, ma di cui noi ne occupiamo solo pochine pochine. Ma queste pagine sono senza colore? No, sono piene di colori! Abbiamo i colori della pace, i colori dell’amore, i colori delle guerre, i colori del dolore, i colori del sorriso, i colori del pianto, i colori della felicità, i colori della disperazione, i colori dell’odio, i colori dell’egoismo, i colori del dono, i colori dei baci, i colori delle percosse, ma fondamentali su tutti i colori dell’amore, della misericordia, della speranza. E noi non possiamo sapere se queste pagine sono uguali o se mutano; però, a nostra insaputa, esse mutano e noi restiamo immersi nei colori della paura e continuamente in apprensione, aiutati solo dalla speranza: domani sarà meglio.

La nostra vita è una geometria ignota, ma una geometria non calcolabile in formule come quella euclidea. Perché? Perché nella nostra vita ci sono delle linee con rapporti verticali. Punto interrogativo: chi sono questi? Sono parecchi e tra loro ci sono quelli che ci hanno fatto partire, entrare nella vita: i nostri genitori. Poi ce ne sono altri: quelli che vogliono educarci, quelli che vogliono o devono comandarci … nasce una domanda vogliono o devono influire sulle nostre linee? È un diritto che loro hanno e che va da pagina a pagina o se lo sono arrogato? Sulla pagina le linee verticali sono solo un punto che può essere positivo ma anche devastante, esplosivo. Dipende dalle sue capacità di saper comandare bene o saper far soffrire le altre linee, di essere intelligente o invece stupido. Di saper creare il bene o il male. Poi abbiamo le linee oblique, subdole e sfuggenti che cercano di prendere il posto delle verticali quando queste sono deboli, procurandosi notevoli vantaggi. Sono le linee della malavita organizzata, delle lobbies, dei truffatori nell’economia, degli imbroglioni, e così via.

Ecco tutta la nostra umanità racchiusa in una geometria. È una bella arroganza sintetizzare la vita in questa pensata!

Ma questa umanità fatta di linee, schiacciata sulle pagine, è libera di fare le sue scelte o è destinata ad essere chiusa nel teorema? Messa lì, in pochi frammenti, su non fogli, in un tempo minimo? Ma il tempo esiste? Per noi punti o linee il tempo è brevissimo, neanche una scintilla, quasi non c’è. Per l’universo il tempo non c’è perché l’universo c’è da sempre. In varie forme evolutive ma c’è da sempre, da prima del “big bang”. Ed è un universo che, come ipotizzano molti studiosi, viaggia ed evolve in parallelo ad altri universi che non si incontrano mai. I nostri sensi non possono percepirli, fin quando non inventeremo un qualunque meccanismo che abbia la capacità di mostrarceli, traducendo il loro esistere alla percezione dei nostri sensi ed allora le linee non saranno più parallele.

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