Partendo dal verbale – pubblico – di un’audizione del 30 giugno scorso da parte della Commissione Tutela ambientale della Regione Lombardia alla Società ALFA s.r.l.- soggetto costituito quale gestore unico degli impianti di collettamento/depurazione in Provincia di Varese – ho constatato come il quadro emergente sullo stato degli interventi di risanamento e tutela delle acque in Provincia e, specificamente nella Valle dell’Olona, sia desolante, anzi, se rapportato agli anni trascorsi ed agli investimenti effettuati in opere ed impianti il quadro potrebbe essere definito catastrofico.
Anzitutto, la rete fognaria locale, tuttora di diretta competenza comunale, presenta fallanze e manchevolezze, anche importanti: ciò a fronte di vari decenni a disposizione per gli interventi di riordino e risanamento e di una somma imprecisata ma notevole incassata dai Comuni stessi quale canone per il servizio di fognatura sulle bollette idriche pagate da tutti i cittadini, oltre che dagli “oneri di urbanizzazione” sugli interventi edilizi. In materia, tutti i Comuni del bacini imbrifero dell’Olona in provincia di Varese, rappresentati dai rispettivi Sindaci, dovrebbero anzitutto dare adeguato e documentato resoconto alla cittadinanza, con una precisa rappresentazione dello stato delle cose ed un chiaro e rapido programma di adeguamento.
Poi, per gli impianti sovraccomunali – anch’essi, sottolineo, assistiti economicamente dai canoni per collettamento e depurazione, oltre che ad importanti somme investite nel tempo ed in parte tuttora disponibili si assiste ad un balletto che vede:
- la proprietà stessa delle opere che erano in capo a soggetti, i Consorzi, non più operanti che finivano in pratica per ingombrare il campo alle realizzazioni degli adeguamenti e completamenti;
- gran parte dei depuratori bisognosi di interventi la cui attuazione è frenata o bloccata anzitutto dalle predette burocratiche mancate semplificazioni proprietarie;
- il caso limite di un impianto di depurazione di recente costruzione che non funziona e che probabilmente avrà necessità di una costosa riconversione.
A fonte di tutto ciò, ritengo che il minimo che i cittadini debbano aspettarsi sia che in primis la Regione Lombardia e la Provincia diano, come i Comuni, un quadro preciso e documentato sullo stato delle cose con indicazione, anche in termini di tempi necessariamente brevi, degli interventi che valgano a ripristinare una doverosa normalità di pulizia e salvaguardia delle acque del Fiume Olona.
Ciò allo stesso modo dovrebbe essere garantito da Alfa srl che non può con tranquillità, non peritarsi di rispondere alle lettere che molte volte le ho inviato, e relazionare a tutti i cittadini con regolarità e costanza, quanto intenderà fare per poter migliorare la situazione di grande inadeguatezza che aveva trovato quando aveva iniziato la propria azione. È infatti una società che ha un interesse pubblico e non invece, come pare, uno privato.
Sembra quando non si affrontano dei problemi ambientali di spettro intercomunale, che le istituzioni facciano di tutto per apparire come padrone delle emergenze e non siano invece consapevoli del dovere che hanno di aprirsi al corpo sociale e di condividere le scelte fatte da loro con i cittadini, specie se interessati.
Scrivendo questo e dovendomi scontrare con un tal modo di atteggiarsi, mi viene da sorridere. A tutte le istituzioni sembra che le leggi che obbligano a coinvolgere i cittadini privati interessati (per esempio il Testo unico in materia ambientale articolo 3 comma 3) nel nostro territorio non sussistano. L’interesse sociale non si inventa, ma deriva anche dall’impegno istituzionale a far emergere i problemi ed anche dalla volontà di affrontarli tutti assieme. Si deve perseguire una stessa finalità: una sempre migliore qualità di vita dei cittadini e dell’ambiente dove gli stessi vivono.
I responsabili di tutte le istituzioni ripetono frasi altisonanti a prova della loro capacità di risolvere quei gravi problemi ambientali che in realtà da oltre 50 anni non facciamo che trascinarci inesorabilmente irrisolti (porto a testimonianza di ciò che ho appena sostenuto, il “risaneremo il Lago di Varese in 3 anni” detto dall’assessore regionale all’ambiente).
Della situazione del fiume e dell’impossibilità delle istituzioni competenti di intervenire conseguentemente, reco due esempi: la dichiarazione della responsabile di Arpa Varese che in un pubblico convegno sullo stato del Fiume Olona tenutosi il 27-6-2011 a Villa Gonzaga di Olgiate Olona ebbe a riconoscere che “L’Olona è in pessimo stato”. Mi riferisco anche alla lettera della dirigente della Direzione generale ambiente, energia e sviluppo sostenibile, risorse idriche della Regione Lombardia secondo cui “…le criticità che caratterizzano il bacino fluviale sono l’esito di diversi fattori, in parte anche connessi al tessuto urbanistico che in parte rilevante è intenso e si è storicamente sviluppato anche a scapito della qualità ecologica del corso d’acqua. Diverse iniziative sono in atto allo scopo di costruire una più diffusa “cultura del fiume”, e tese a far convergere su un identico obiettivo di riqualificazione progetti e programmazioni dei diversi soggetti che hanno competenze di governo e gestione del territorio.
In parte le criticità relative allo stato chimico delle acque sono dovute alle insufficienze delle infrastrutture del servizio idrico integrato ATO di Varese, sia per quanto riguarda le reti di raccolta delle acque reflue urbane, sia per quanto riguarda gli impianti di depurazione. Il ritardo con cui la gestione del servizio si sta riorganizzando secondo le disposizioni sia della legge regionale n. 26/03 che della legge statale (Dlgs 152/06) ha come conseguenza il ritardo con cui si sono avviati i processi di intervento per l’implementazione delle infrastrutture suddette. Gli enti (Ufficio d’ambito e gestore Alfa) hanno nei mesi scorsi avviato i processi per il revamping”.
A questa lettera non è seguita alcuna nuova comunicazione.
Riguardo a quanto mi aveva detto come qua sopra è scritto della insufficienza della manutenzione anche degli sforatori in capo ai Comuni, faccio riferimento alla denuncia di schiume nel fiume fatta presente dall’associazione Amici dell’Olona riguardo il Comune di Fagnano Olona. Dico anche (affermando che nulla è risolto) delle puzze dal fiume denunciate con un documento unitario dai sindaci dei comuni di Castellanza, Olgiate Olona e Marnate.
L’associazione che rappresento cercherà in tutti i modi di prodigarsi perché tutti gli enti pubblici competenti affrontino la questione dell’inquinamento del fiume Olona informando i cittadini con continuità sull’efficacia delle azioni che intendono svolgere.
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