L’importanza del messaggio di una singola parola viene da noi spesso sottovalutato. Nel relazionarci con le persone che ci circondano non facciamo molto caso ai termini che usiamo. Coinvolti in altre faccende, non ci preoccupiamo molto di scegliere un vocabolo o un altro e normalmente ci esprimiamo con quelli di uso più comune.
Consideriamo il termine “pane”. Già la frase “ci tolgono il pane di bocca” emotivamente ci coinvolge molto, perché la nostra mente corre subito a poveri affamati ed emaciati, a bimbi magri e scheletrici, ma può anche suscitare immagini meno crude, se pensiamo ad esempio alle difficoltà cui si va incontro per uno stipendio non adeguato alle nostre esigenze ( caso in cui si usa questa metafora).
Se dico “ci rubano la pagnotta” suscito immagini ben diverse che se dico “ci rubano la baguette”. La prima è emotivamente più pregnante della seconda. La prima la collochiamo su un desco più povero, con attorno piatti sbrecciati, bicchieracci, un fiasco. La seconda evoca una tovaglia candida, posate ben disposte, bicchieri puliti ed altro. Concetto uguale, ma risposte emotive ben diverse.
Qualche giorno fa Salvini ha detto : “L’Europa ci massacra”. Che le regole imposte dalla comunità Europea possano creare problemi ce ne rendiamo conto tutti, ma ci rendiamo anche conto che il rispettare certe regole nei nostri bilanci richiede sì sacrifici, ma ci prepara una situazione di sicurezza economica futura migliore rispetto ad un bilancio negativo, fallimentare che potrebbe impedire futuri scambi commerciali internazionali con conseguenze drammatiche. La parola “massacra” blocca pensieri di raffinate strategie economiche e ci fa pensare a conseguenze rudi e dolorose causate da freddi figuri di Bruxelles. I massacrati diventano vittime che vanno difese e portate via dall’Europa crudele.
Termini analoghi a quelli del suddetto li userebbe Grillo e già Renzi vi si avvicina, buttando fuori però anche un fiume di altre parole. L’emozione degli uditori sarebbe ben diversa se si udisse “l’Europa ci crea difficoltà” (siamo informati soltanto e non vittime), detta da un educato Martina, neo portatore di una barbetta, con giacca e cravatta quasi alla Di Maio. In effetti il “ci massacra” sta bene nella bocca circondata dalla barbaccia del sudaticcio portatore di felpe che talvolta sembrano sporchine anche se pulite. Le felpe hanno odore, mentre Di Maio sa di acqua di colonia, come molti altri con giacca e cravatta.
Sono tutte sensazioni odorose che la TV non può trasmettere, mentre trasmette molto bene smilzi contenuti della politica nazionale ed internazionale, dove abilmente navigano più abili furbetti.
È evidente che l’uso di una parola, di un termine che suscita volute reazioni, richiede una professionalità etimologica specifica ad una “faccia di bronzo” pronta a dire il contrario dopo poche ore dall’averle pronunciate.
Viviamo nel tempo della comunicazione mediante la TV e i politici sono molto attenti a che la loro immagine abbia certe caratteristiche e crei uno stereotipo che ripaga ampiamente nel mondo pubblicitario e della comunicazione. In questo maestro è Berlusconi che mostra pesanti truccature con uso di chili di fondo tinta sul volto e pigmentazioni troppo generose sulla scarsa capigliatura. Ciò che appare strano è che sottovaluta il richiamo di quella acconciatura così vicina al colore del bronzo!
Tutto questo fa sorridere ma in un modo o nell’altro, e non solo in Italia, la politica si ritrova ad un livello tanto basso che striscia e non sa più volare. Non vola più come la mitica colomba della pace di Picasso ma striscia in una competizione di serpenti, sì proprio quello che ci ha fatto buttar fuori dal Paradiso Terrestre, tanto per ritornare alla mitologia biblica.
Avere la sensazione di essere sull’orlo di una parete scoscesa, di essere in un punto di non ritorno, di star per perdere uno stato di sicurezza stimola il nostro inconscio e va a finire che parliamo spesso di politica, dimentichi di altri eventi del nostro vivere più efficienti, positivi che ci possono condurre a livelli più sereni.
You must be logged in to post a comment Login