Si è svolta con notevole partecipazione la visita guidata organizzata dall’associazione Amici della Terra Varese con l’associazione Ecomuseo del Campo dei Fiori, con i Volontari di Amici di Santa Maria di Brunello e i Volontari del Comitato Salviamo San Siro alla Baraggia. Attraverso la stessa partendo dagli affreschi di Sant’Apollinare a Crosio della Valle, recentemente restaurati con il grande sostegno del comitato Pro Chiesina Crosio e con il contributo di aziende, banche e fondazioni, si è proposta la visita di molte chiese dell’area varesina che con Sant’Apollinare hanno dei punti in comune, per antichità o per affreschi conservati.
In particolare si sono viste le chiese di Crosio della Valle-Sant’Apollinare, chiesa di origine carolingia con affreschi di Galdino da Varese (1505) e altri affreschi del 1607, Sumirago-Santa Maria, chiesa di origine carolingia con affreschi del XV e XVI secolo, Brunello-Santa Maria Annunciata, con affreschi del XVI secolo, Gazzada la chiesa parrocchiale di Santa Maria con affreschi del XVI secolo, Baraggia di Viggiù-San Siro alla Baraggia con affreschi del XIV-XV secolo, Induno Olona-San Pietro in Silvis con affreschi del XIV-XVI secolo, Varese-Santo Stefano a Bizozzero con affreschi di Galdino da Varese.
Tutte le chiese visitate mostravano la necessità che avvenissero degli interventi per completare recuperi già compiuti. Abbiamo invece ricevuto un vero e proprio pugno nello stomaco andando a visitare la chiesa di San Siro alla Baraggia.
La chiesa ha solo il tetto rifatto. Questa è di proprietà del comune mentre l’edificio afferente, in peggiori condizioni, è di proprietà della Chiesa cattolica. San Siro, ora sconsacrata e priva dell’altare, conserva al proprio interno affreschi di particolare bellezza nella parete in fondo, mentre le pareti laterali sono pitturate in maniera dozzinale e sotto questa copertura è possibile intravedere segni di altri affreschi che devono essere investigati.
Il problema è che questo edificio è completamente aperto al pubblico che può quindi accedervi liberamente, potendo fare ciò che vuole. Infatti non sugli affreschi ma nella parete laterale sinistra è evidente un segno (forse con riferimenti probabilmente satanici) effettuato con una semplice bomboletta spray di vernice rossa.
Non ci sono segni di investigazioni nel fondo del pavimento della Chiesa e neanche del territorio circostante.
Questa è la succinta descrizione dei luoghi. Gli affreschi esistenti testimoniano come il pittore avesse comunque mano istruita tanto che è possibile individuare una evidente somiglianza tra questo e quello della chiesa di Gazzada dove il Cristo è dipinto all’interno di una mandorla, come da tradizione Medioevale. Dopo la gita abbiamo scritto come presidenti dell’associazione Amici della terra e come Associazione Ecomuseo del Campo dei Fiori al presidente della Regione Lombardia.
Vorremmo che lui potesse farsi personalmente un’idea precisa della molto gravosa situazione in corso e che possa individuare quelli che siano i comportamenti che debba tenere la regione in merito.
A questo proposito l’abbiamo invitato, quanto prima, a venire con noi in visita alla chiesa alla Baraggia di Viggiù, chiaramente assieme al sindaco di Viggiù e al presidente del comitato per la salvaguardia della chiesa. È davvero inaudito che tutta la pittura di Varese attorno al 1500 abbia bisogno di restauri per essere conservata. È disdicevole strabiliante e riprovevole che un affresco dopo tutto con colori ancora forti e vivi, venga mantenuto da anni in condizioni di quasi completo abbandono e alla completa mercé di vandali che potrebbero rovinarlo gravemente con estrema facilità.
Se tardasse una stabilizzazione della ex chiesa, questa potrebbe con facilità crollare e noi potremmo perdere una testimonianza storica di grande valore che rischierebbe di rimanere solo nelle fotografie degli studiosi.
Diciamo di no a una simile prospettiva e diamoci da fare, secondo la competenza di ognuno, per eseguire azioni finalizzate a non perdere un segno della nostra storia.
Tutte le persone che hanno partecipato al tour non solo hanno manifestato contentezza e felicità per i luoghi che hanno visitato, ma hanno chiesto di fare giungere agli enti competenti la propria preoccupazione per le condizioni di quanto hanno visto. Abbiamo ricordato al presidente della regione, nella lettera che gli abbiamo inviato, che egli è stato un promotore della decisione della Regione Lombardia di approvare una legge sugli ecomusei.
Da ciò è evidente la sua volontà di recuperare i segni del passato che illustrano il territorio e che rappresentano segni della storia locale. Desideriamo che possa vedere la situazione attuale, che naturalmente e di conseguenza lo condurrà a stabilire gli interventi necessari che il Comune da solo non è in grado di sostenere.
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