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Zic & Zac

LA CONVIVENZA

MARCO ZACCHERA - 19/10/2018

salvini-dimaioDicono che Salvini abbia un rapporto molto cordiale con Di Maio e ne sia ricambiato. È probabile perché i due si somigliano, anche se Di Maio sembra sempre rincorrere il fratello maggiore.

Il problema del M5S però non è Di Maio, ma una gestione molto difficile del partito (?) perché in primo luogo sembra mancare una classe dirigente di qualità a tutti i livelli, ma soprattutto perché il Movimento ha raccolto voti di protesta (specialmente al sud) da accontentare con iniziative di “panem et circenses” non solo demagogiche, ma costose e pericolose per tutto il “sistema Italia”.

Il “reddito di cittadinanza” ne è un esempio lampante (Di Maio: “Lo avevamo promesso”) ma è una scelta assurda, clientelare e controproducente per tutta l’Italia.

Spendere 9 miliardi per distribuzioni a pioggia e un miliardo per riformare i “centri per l’impiego” – che sarebbero sostanzialmente invece da chiudere perché spesso esempio di burocrazia inefficiente – non solo è sciocco, ma si presterà a truffe incredibili per le quali – vedrete – alla fine nessuno finirà mai in galera.

Si tolgono però risorse importanti allo sviluppo del paese facendo aumentare il debito pubblico non per far crescere l’Italia, ma creando un sussidio di disoccupazione che è un incentivo a tirare a campare o a continuare a lavorare in mero.

Perché allora non premiare piuttosto chi assume contribuendo a pagare una parte del salario del neo-assunto o contribuire a chi fa partire un’impresa oppure a finanziare chi resta in Italia impiantando un’impresa anziché emigrare all’estero (oltre 200.000 italiani l’anno!)? Cose concrete, insomma, di causa-effetto immediato e di effettivo rilancio economico..

Soprattutto come è possibile sostenere un “reddito di cittadinanza” che è doppio delle pensioni sociali o a quello di milioni di pensionati ex agricoltori, commercianti, artigiani che devono vivere con una miseria dopo aver lavorato una vita?

È una autentica ingiustizia, anche perché allora non si doveva criticare Renzi e i suoi 80 demagogici euro, oppure i 500 euro regalati ai diciottenni.

Se proprio bisogna sforare il deficit l’Italia investa piuttosto in infrastrutture, tecnologia, ricerca, ma quotidianamente il M5S dice “no” a rimodernare il paese, “no” al terzo valico, “no” alla TAV, no alle infrastrutture mentre l’Italia (politici italiani, visitate il mondo !!!!) è spaventosamente arretrata in molti settori.

La Lega è l’opposto (spero!) di questa visione delle cose ed è per questo che il rapporto con i grillini diventerà sempre più difficile, ma d’altronde oggi Salvini non ha i numeri per un alleanza “naturale” con il resto del centro-destra perché – ricordiamoci – ha preso solo il 17% dei voti alle elezioni. Ad oggi sostiene che non mollerà i compagni di viaggio, io penso che tra un anno avremo invece già rinnovato il Parlamento.

Da sottolineare infine che la “base” dei due partiti non si guardano reciprocamente con molta simpatia, spesso in antitesi su moltissimi temi locali e nazionali: difficile una progressiva fusione ma, anzi, sottotraccia – e non solo – c’è spesso una reciproca insofferenza: anche questo può contare a medio termine.

Credo che Matteo sia persona capace, sveglia ed intelligente che ha capito come l’unica sia riportare presto il paese al voto, diventando lui il riferimento politico del Paese, rinforzando il suo ruolo di leader del centro destra per poi governare con grinta.

Aggiungo che mentre è credibile impostare un duro confronto politico con l’Europa su alcuni temi come quello dei migranti lo è molto meno farle la guerra sul piano economico dove siamo “in torto” perché comunque cresciamo poco, siamo pieni di debiti, spendiamo male i soldi e così – in definitiva – rischiamo alla grande.

Non ho mai visto un debitore far fallire la propria banca, ma molto spesso ho visto le banche far fallire i propri debitori e l’esempio Grecia dovrebbe esserci chiaro in testa, invece stiamo purtroppo seguendo proprio quella strada: ancora una volta il “reddito di cittadinanza” ne è la concreta dimostrazione.

Ci sono però alcune cose da chiarire bene ai lettori: un conto sono alcune istituzioni “tecniche” come la Banca Europea (anche se i vertici sono nominati dalla politica) un’altra cosa è LA COMMISSIONE EUROPEA, vero e proprio “governo politico” europeo con un commissario (ministro) per ogni nazione ma nominato con le maggioranze votate nel 2014.

L’Italia – per esempio – è rappresentata da Federica Mogherini (qualcuno la sente ancora nominare?) pupilla di Renzi e “ministra degli esteri” europea.

Anche i vari commissari sono – come il presidente lussemburghese Juncker, lunga mano della Merkel – esponenti politici sostanzialmente di un centro-sinistra probabilmente oggi minoritario nel continente, ma che tuttora comanda e che vede quindi l’attuale governo italiano come il fumo negli occhi.

Non spaventiamoci troppo, quindi, quando tuona “la Commissione”, ma piuttosto stiamo alla sostanza.

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