Le impensabili modifiche ai vertici nelle società di calcio non sono cosa nuova. Dalle presidenze alle funzioni tecniche. Più raramente, invece, può capitare a un manager anche tecnico che abbia svolto il proprio compito con risultati a dir poco eclatanti come quelli ottenuti da Beppe Marotta alla Juve.
Quella stessa Juve che, al momento, ha deciso letteralmente di dargli il benservito. E proprio ai vertici delle sue glorie visto che a consacrare i sette scudetti ottenuti in un periodo di otto anni ha avuto anche il massimo premio quanto a capacità dagli organi calcistici.
A motivazione del provvedimento si è voluto mettere un po’ di tutto. Mai conosciute posizioni di non gradimento da parte di qualche “padrone”. Se così fosse sarebbe utile ripensare a quel interessante libro di un importante dipendente della Fiat sulle modifiche del viaggio di tale impresa. Parla il volume della crescita merito di Valletta e poi, qui sarebbe il punto, della flessione imputabile ai personaggi di proprietà per impegni da loro seguiti e poi il ritorno alla crescita con Marchionne.
Nelle diverse ipotesi si è arrivati addirittura a uno scarso affiatamento tra Marotta e Ronaldo che – a dire il vero – sembra fantascienza.
Nella più illogica delle possibilità si sono ipotizzate anche possibili scelte sul quel “vice” che Marotta aveva portato con sé dalla Sampdoria e che – comunque – sarebbe stato scoperto migliore dopo anni e anni di presenza juventina a fianco del capo si è parlato anche di qualche altro possibile motivo ma sempre – a dire poco – ingiustificabile.
E si vedrà quale sarà il futuro più per capire il senso della sostituzione che un eventuale miglioramento visto che meglio di quanto fatto nella Juve al momento del provvedimento non potrebbe essere.
A quelli di Varese juventini o altro che siano qualunque siano le ragioni il fatto non può non sembrare che fuori luogo.
A quelli di Varese che avevano visto diventare presidente in biancorosso quel ragazzino che faceva il raccogli-palle ai bordi del campo
a ogni allenamento e che per una manovra strategica dell’allora presidente in auge il quale, finito l’odore di disastro societario aveva sostituto nella carica il Beppe probabilmente inconscio di quel che poteva capitargli in fatto di responsabilità presidenziali di una società poi finita al fallimento…
Quegli stessi varesini hanno seguito con piacere la sua crescita nella Sampdoria e la sua meravigliosa marcia in bianconero. Fossero o no juventini.
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