“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. (Umberto Eco)
La ” razza bianca ” intesa come noi italiani ” ariani mediterranei ” secondo la definizione tratta dalla rivista La difesa della razza (Anno I, numero I; 5 agosto 1938), è a rischio estinzione. È in atto un’invasione, ininterrotta, progressiva, devastante.
Continua un’invasione vera, non quella inesistente e sbandierata in Tv e sui social per dal nostro titolare del Viminale, il Ministro della Paura.
L’invasione è quella che colpisce ben 36 milioni di italiani dai 14 anni in avanti: è l’invasione dell’analfabetismo di ritorno e funzionale; quell’invasione che Umberto Eco chiamava ” invasione degli imbecilli”, tutti stanziali. Abbiamo il tasso di analfabetismo più alto in Europa come ha certificato OCSE- PIACC nel 2017. Eco scriveva “La società italiana ha smesso di essere un popolo ed ha ormai assunto la forma di uno sciame, massa informe”. Ecco, per gli italioti analfabeti, la grande parte, il problema primario oggi in Italia è rappresentato da un’ insopportabile invasione di extracomuntitari (8,6% dei residenti nel 2017) ed una nave con meno di 200 disperati provoca standing ovation nei bar dopo qualche bicchiere di vino.
Individui “ …che non altramente che transito di cibo e aumentatori di sterco…” (Leonardo da Vinci) pontificano ovinamente sul web, digiuni della materia e di dati.
Il problema dell’analfabetismo di ritorno era stato affrontato in Senato fin dal 1992. Il professor Ossicini, membro di Commissione, dichiarava: “La scuola ormai rilascia una certificazione formale degli studi che non ha alcun significato ma che costituisce piuttosto un atto dovuto, senza rilevare l’effettiva qualità degli studi …”. Un pezzo di carta non lo si negava a nessuno, anche agli asini rizzati in piedi, già allora come oggi. Anni prima Indro Montanelli con la sua proverbiale schiettezza scriveva che “… le emergenze in Italia sono solo tre: la scuola; la scuola; la scuola”. Intanto un fantasma si aggira al Ministero della Pubblica Istruzione. Non è materia che porta voti. La cultura scalda come oltre 8000 affogati nel mare tra la Libia e la Sicilia. Chissenefrega.
Con l’analfabetismo nascono e prosperano milioni di “boccaloni” che, non avendo strumenti per analizzare criticamente tutto ciò che passa davanti agli occhi, si bevono le fake news più assurde ed improbabili. Ecco, siamo invasi: il 60% degli italiani non apre un libro in un anno; solamente il 6% del reddito viene speso per assistere a concerti; film; cinema; teatro; musei; attività ricreative. È vero che 5 milioni di italiani non hanno alcun reddito, anche grazie all’analfabetismo, ma siamo comunque anche in questo dato, tra gli ultimi in Europa. C’è una sola reale possibilità di migliorare a breve: portare l’Italia nel continente africano e risalire così le classifiche di analfabetismo.
Il problema vero in Italia è l’invasione di qualche decina di migliaia di extracomunitari, così come a Palermo il solo problema è il traffico e per la Locride la cooperativa di Riace. La mafia, come risaputo, non esiste.
Essere ignoranti è diventato oggi un valore ed è diventata una scelta di vita. Dalla fondazione della Repubblica, dopo gli anni del boom economico, anche le famiglie povere, con non pochi sacrifici, hanno potuto garantire ai figli l’accesso a studi superiori. Oggi la musica è cambiata: serve il pezzo di carta, il resto lo farà qualche amico, le raccomandazioni o il pube. Quelli seri, preparati e laureati (siamo ultimi in Europa anche come numero di laureati) molto spesso non trovano le raccomandazioni e se ne vanno via. Una beffa orrenda.
Non dobbiamo uscire dalla Comunità europea, siamo già fuori.
“Si havete un kuore condividete! Hihihi”. (piu’ cinque emoticon con bacini).
Ahahahhahah.
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