Non è più questione di Destra o Sinistra: l’Italia, popolata di buoni villici di stimata ignoranza, certificata UE, è terreno fertile. Indovinate per chi.
La battuta più assurda è “Prima gli italiani”, logica evoluzione di “ Prima il Nord” e quindi “Via i teroni”.
Prima gli italiani? Quali italiani? Si guadagnano centinaia di migliaia di voti fermando una nave con meno di 200 disperati ma, come finalmente qualche raro illuminato nelle stanze del potere governativo ha il coraggio di sussurrare, i problemi sono altri. Infatti sono altri, gravissimi.
Alleluja.
Quanti clandestini son sbarcati in Italia dal gennaio del 2018? Non siate pigri, cercatevi il numero. Sono sempre meno, ma il Ministro della Paura parla di invasione. Diamo i numeri. Bando alle ciance.
SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo del Mezzogiorno) ha pubblicato una relazione sulla situazione occupazionale e demografica nel Sud del Paese.
Il Sud non è più un’area giovane né tanto meno il serbatoio di nascite del resto del Paese, e va assumendo tutte le caratteristiche demografiche negative di un’area sviluppata e opulenta, senza peraltro esserlo mai stata. Nel corso degli ultimi quindici anni la popolazione meridionale è cresciuta di 265 mila abitanti a fronte dei 3 milioni e 329 mila nel Centro-Nord; al netto degli stranieri, però, la popolazione del Sud è diminuita di 393 mila unità (mentre è cresciuta di 274 mila nel Nord). Nel 2016 si è avuta un’ulteriore conferma della crisi demografica delle regioni meridionali insorta nei primi anni Duemila e aggravatasi nel corso della Grande recessione. L’anno scorso, infatti, la popolazione meridionale è diminuita di 62 mila unità. Nel Centro-Nord, il calo della popolazione complessiva è stato meno intenso, -14 mila unità, di quello dell’anno precedente (-68 mila unità); vi ha contribuito in misura assai modesta la componente italiana (circa -700 unità) e in maggior misura (-13,2 mila unità) quella straniera; alla sostanziale stabilità della popolazione italiana nel Nord ha senza dubbio contribuito l’apporto delle migrazioni dal Sud.
L’Italia sta diventando il più grande ospizio a cielo aperto in Europa. L’età media tra dieci anni arriverà a 51 anni, ben oltre la media mondiale. ISTAT ha certificato che entro 5 anni 1000 piccoli paesi in Italia moriranno di inedia. Negli ultimi 16 anni un milione e ottocentomila italiani del Sud hanno abbandonato il loro paese di origine per trasferirsi altrove. Di questi, ben pochi sono andati via per lavorare e sostenere la famiglia di origine. Le rimesse hanno cambiato senso, verso. Abruzzo e Basilicata vedono partire oltre il 30% dei laureati che vengono sostenuti dalle famiglie di origine quando vanno a cercare fortuna altrove, all’ estero: un bel danno, oltre la beffa. Al Sud ci sono seicentomila famiglie senza reddito, tre milioni di persone. Al Centro Nord le famiglie sono circa quattrocentosettantamila, duemilioni di persone. L’Italia si sta unificando.
Siamo invasi? Invasi da disperati ridotti alla schiavismo, in particolare nel settore agricolo. Senza schiavi la mafia e il caporalato nel settore agricolo non potrebbero concorrere con prezzi miserabili imposti dalla grande distribuzione. Quante italiane son disposte a lavorare come badanti e sostegno di famiglia?
Boeri per l’INPS ha dato numeri che posizionano il contributo al PIL nazionale degli schiavi a circa il 9%. Il dato è stato confermato da Istat. La popolazione italiana residente è in costante calo.
Quando guardate la TV fatevi sempre una domanda: “Ma quando finiranno di prenderci per fessi e ci daranno dei numeri sui quali ragionare senza romperci i timpani? “
Non lo faranno mai, ma c’è libertà per andarseli a cercare, se si è curiosi e si ha rispetto di se stessi.
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