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Noterelle

PICCOLE CORONE

EMILIO CORBETTA - 21/09/2018

rosarioSotto il sole sfolgorante di questa estate luminosa le nostre montagne verdeggianti per esuberanti boschi mostrano, incastonati nello smeraldo degli alberi, paesetti biancheggianti messi a mezza costa o sui dorsi.

Gruppetti di case che ricordano con le loro pareti, spesso senza intonaco, la vita austera e parsimoniosa dei nostri padri. Ora, cambiata l’economia, alcuni vanno verso lo spopolamento, mentre altri si sono arricchiti con tipologie d’architettura più moderna, meno affascinanti, che vengono usate anche come seconde case.

Anche gli orti, prima numerosi, vengono ora trasformati in piccoli prati o lasciati infestare da erbe spontanee. Ancora ben evidenti i segni della pastorizia; scomparsi i pollai, restano visibili fienili e stalle che servivano anche da riscaldamento nelle serate invernali. Presenti forni per panificare o usati anche per la lavorazione e conservazione delle castagne. Funzionano ancora le legnaie, mentre sono ben visibili i porticati che erano usati anche per la spettacolare conservazione delle pannocchie del mais, messe sull’alto delle arcate..

Ogni paese ha la sua chiesa parrocchiale. Alcune imponenti, poste sulla cima di spettacolari gradinate, altre più umili collocate tra le case. In alcune residui di bellissimi vetusti affreschi recentemente restaurati e rivalorizzati, specialmente i più antichi. La maggior parte hanno gli inequivocabili segni della Controriforma che nasconde la più antica architettura medioevale. In alcune invece tutto è più umile, più povero ma nel contempo con segni di una pietà più intima, più silente e forse anche più profonda.

In una di queste si nasconde una piacevole piccola sorpresa. Poche panche con inginocchiatoio e sul retro degli schienali i ganci per appendere borse femminili, ma al posto di queste sono state messe le corone per recitare il rosario. Preghiera semplice, ripetitiva nelle sue invocazioni, ma capace con la sua ritmicità di farci meditare sugli eventi principali dell’entrata del Cristo nella storia. Ho trovato commovente il fatto di lasciare a permanenza queste corone: un invito gentile alla preghiera. Un rammentare il valore di questa preghiera. Un tentativo di ravvivare una forma di pietà per molti obsoleta. Un aiuto alla smemoratezza degli abitanti non più giovani.

Quanti paesi montani abbiamo! Ma più che montani sono di media altezza e quindi più difficili da inserire nei giri turistici, ma un buon programma giocato su tutto il territorio provinciale potrebbe dare i suoi frutti, rivalorizzando questo bene che è un peccato abbandonare e lasciar degradare. In territori limitrofi questo sta avvenendo e non dovremmo vergognarci di approfittare delle loro esperienze copiandoli.

 

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