Se viene giù il ponte Morandi di Genova Di Maio se la prende con Autostrade e con i governi precedenti, ma dimentica distrattamente che anni fa il locale Comitato No Gronda dei Cinquestelle parlò di barzelletta a proposito della possibile caduta. La frase è stata opportunamente eliminata dal blog grillino e chi la trova più. E il nostro vicepresidente dimentica anche che il controllo definitivo e supremo in ultima analisi è sempre spettato al ministero che se ne deve occupare per competenza, cioè quello di cui egli da pochi mesi è titolare.
A cantarle chiare ė stato l’intellettuale francese Bernard-Henry Levy in un dettagliato articolo, apparso su La Stampa del 18 agosto scorso e da rileggere.
Se poi la Lega viene condannata a risarcire i 49 milioni di euro di cui si sono appropriati indebitamente alcuni suoi membri, il suo leader lamenta che qualcuno pagherà per qualcosa commesso da altri ben dieci anni fa (salvo poi accettare la restituzione a rate, sia pure in tempi lunghissimi, ndr).
Come dire: chi ha dato ha dato, chi avuto ha avuto. Questa la morale dei nostri politici, non due qualunque ma i due vice che ripetono allo sfinimento di voler migliorare il Paese e rendere giustizia al popolo sanando le malefatte dei governi precedenti.
Siamo un Paese insomma dove le colpe sono sempre degli altri.
Colpe degli altri sono anche le disgrazie di chi se le va pur a cercare con incoscienza; se un giovane fa un gioco rischioso e ci lascia la vita è colpa di chi glielo ha mostrato su internet, se si va a cacciare in luoghi pericolosi e interdetti ai non addetti ai lavori, o per esempio irrompe in un cantiere e si mette alla guida di un muletto che non dovrebbe mai toccare, non è colpa sua se purtroppo ci muore e neppure di coloro che in famiglia dovrebbero vegliare su di un minore e magari insegnargli cosa si deve o non si deve fare.
Non parliamo dei possessori dei cani: se i loro protetti ti abbaiano contro, se ti mostrano i denti e ti saltano addosso senza guinzaglio e museruola, se sporcano dappertutto -sulle colonne in marmo di case e portici, negli ingressi dei palazzi, sui muri delle chiese, nei ristoranti e nei bar- non è colpa loro né dei loro innamorati proprietari. Colpa tua che non ami gli animali, e che se non ami loro tanto meno sarai in grado- perché ” sei ignorante”- di occuparti degli umani.
Niente di inventato, tutto vero. Detto e diretto a chi scrive. Assalita infine non dai cani, impegnati nell’inseguimento della nipotina impaurita- ma dai loro magnifici proprietari, invitati a trattenere gentilmente gli animali, in una cittadina del Golfo Borromeo, sul lago Maggiore.
Dove – per rifare la passeggiata a lago- si sono eliminati la scorsa primavera magnifici oleandri, diversi cespugli fioriti, e si è tagliata persino qualche vecchia magnolia. La colpa è però delle piante: si trovavano nel posto sbagliato.
I cani in compenso ci sono ancora: anzi più numerosi, più liberi che mai, affezionati sempre più agli arredi urbani- cassonetti, cartelli stradali, lampioni, marmi degli edifici, panchine sulle quali siedono comodamente accucciati accanto ai loro padroni: li avvicinano e li marchiano- per segnarne il territorio. Non degli altri, questa volta, ma soprattutto loro.
Eppure sembra che a tutti vada bene così.
Non lamentiamoci però. In fondo non ci manca proprio niente.
Tranne le regole e la responsabilità di chi dovrebbe farle applicare. Prima che, come abbiamo ricordato, sia troppo tardi.
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