Più che vivere su un interesse generale il calcio – a fil di logica – presenta il suo campionato non solo percorrendo quella vecchia e consueta strada che porta a colori bianco-neri ma, pur restando sullo stesso sentiero, a vedere la particolarità di una Juve in superpotere rispetto al passato che – fermo il resto – la presenza del grandissimo Cristiano “dovrà” portare.
Tutto quanto sopra si dovrebbe, insomma, ridurre alla possibilità di conquistare quella benedetta (sinora maledetta) coppa che ai bianconeri, pur trionfanti nel resto, è sempre sfuggita.
Tutto qui! Le briciole (si fa per dire) vengono lasciate agli altri: quelli che potranno reggere la coda dell’abito più nuziale che mai della sposa di lusso.
Resterà, dunque, da vedere se Ancelotti riuscirà a fare al Napoli più o meno di quanto aveva fatto Sarri.
A Spalletti toccherà al momento qualcosa di meglio senza ricorrere agli alti e, soprattutto, bassi dello scorso anno. Gli toccherà, in particolare, superare quell’inizio (2018) penoso che già si è verificato. Nella speranza che lo strano allenatore non arrivi a trovare una formazione valida nelle ultime quattro giornate come fu nel campionato scorso.
Resterà da vedere anche la validità della formazione rossonera con un Higuain in più.
Per il resto, in attesa. Anche se un paio di annotazioni subito possono trovare posto. Si vuol dire che Roma e Napoli più di un problema l’hanno già messo al passivo e che i rispettivi allenatori non sono certo facilitati da sonni tranquilli.
Di Francesco sta provando un po’ tutto ma allo stato senza risultati mentre la fronte di Ancelotti comincia ad avere qualche ruga in più.
Senza, peraltro, arrivare ancora alla nostalgia di un passato “straniero”. Problemi di allenatori insomma che vanno anche valutati al comportamento di presidenti che in fatto di modifica delle rispettive squadre si sono più distinti quanto a cessione che non ad acquisti.
Speriamo anche negli altri ma sempre reggendo la coda della sposa.
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