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Noterelle

L’IPOCRISIA

EMILIO CORBETTA - 14/09/2018

??????????????????????????????????????????????????????????????????“Come tra i due tronconi del viadotto Morandi spezzato, tra la sinistra e gli italiani c’è un baratro” (Nadia Urbinati. La Repubblica del 21-08-18). È vero? Perchè questo vuoto? La sinistra non c’è più? Il processo di rottamazione avviato per rinnovare un partito si è espanso a tutta la sinistra? O è il concetto di partito con tutto il suo apparato che va cambiato, rottamato? Non esiste più la politica di una “parte” della gente, ossia “partito”, ed esiste solo quella di un territorio, regione, di una provincia, di un “orticello” tutto chiuso in se stesso? O siamo tornati a quella di un solo protagonista (spesso paranoico) che si erge a difesa “dell’orticello”, sostituto del proletariato che non c’è più? Si dice che il proletariato è disoccupato non per la ricchezza in mano di pochi, ma per colpa della tecnologia che “mangia” i posti di lavoro, per cui per vivere c’è bisogno del “reddito di cittadinanza”; e non è questa una “metafora” che sta al posto di “reddito di povertà”? Ma far credere che è la tecnologia a rubare lavoro non è una fake news per abbagliare le vittime di una cruda economia fine a se stessa? Torniamo all’orticello: chiudiamoci dentro, ma fuori non c’è la globalizzazione in mano a pochi possessori della ricchezza (come detto), non c’è la politica internazionale guidata da pochi tiranni, non c’è la criminalità organizzata che sfrutta freddamente la globalizzazione? Non c’è l’evidenza di un mondo diventato piccolo? Tanto piccolo che con gommoni dall’Africa arrivano a migliaia?

D’altra parte i fischi ai funerali di Stato delle vittime del crollo del ponte di Genova sono stati solo una reazione emotiva conseguente alla grande disgrazia? È stato il bisogno di sfogare il dolore comunque su qualcuno? A chi meglio urlare se non a figure politicamente in declino, giudicandole responsabili di omissioni nel recente passato? Sentire il bisogno di buttare su qualcuno la rabbia profonda suscitata dalla disgrazia, che avrebbe potuto non succedere se la prudenza di tanti avesse lavorato? Ma chi giocò subdolamente per rendere incompiuto, più subdolo il contratto con i concessionari in modo da favorirli il più possibile? Ma chi governa ed è concentrato su temi di livello alto è anche responsabile del comportamento di sfuggenti “furbetti” che non fanno il loro parcellare dovere? L’accumulo di piccole furbizie (comunque criminali) non aiuta a creare inettitudine in una burocrazia feroce? Non viene favorito l’accumulo di pratiche, attese infinite di “sconfitti poveri” ossia i “proletari”? Ma non avevano ipotizzato che il proletariato non ci fosse più? O lo stiamo solo abbandonando a se stesso? O il proletariato si è afflosciato sulla sua intelligenza e applaude chi lavora per i ricchi?

È chiaro che grandi eventi dolorosi esasperano, scuotono, innalzano sempre l’emotività della gente e chi si trova in quel frangente al governo è facilitato a creare vantaggi sulle proprie figure politiche. L’evento dolorosissimo delle torri gemelle favorì la figura di Bush, che ebbe gioco facile a coprirsi di gloria. Gli attuali vice premier, già di base abilissimi nel comunicare con la gente, ci guazzano nello sfruttare le emozioni del momento e sanno figurare come eroi pronti a punire presunti colpevoli e ad annunciare rimedi miracolosi agli errori, ma non pensano all’intelligenza di chi ascolta?

Di contro gli oppositori di sinistra perché non gridano le grandi speranze delle loro idee, del loro credo e non sanno sottolineare gli errori, le incongruenze degli attuali “gatto-volpe” (ricordate Collodi?) che sviolinano alle orecchie dei semplici le loro roboanti voci, stimolanti minacciose paure? Da un lato si urla, di qua al massimo si sussurra con argomenti che non coinvolgono. Perché invece non si sottolinea con chiarezza che non si può condurre una Nazione senza logica? Perchè non si grida che gli eventi odierni sono epocali e risolvibili con l’intelligenza, non con le emozioni? Perché non si afferma che prima o poi si paga l’andare contro la logica matematica? Perchè non si sottolinea che le deviazioni dei fondi introdotti nelle tasche di pochi (le cifre mosse in Borsa dopo il crollo finanzierebbero in gran parte la ricostruzione) si appoggiano agli errori della burocrazia, per cui i lavori urgenti si rimandano. Ma i ferri arrugginiti non possono aspettare e crollano insieme col cemento che non può più vincere la forza di gravità che non conosce burocrazia.

Si creano capri espiatori, si dichiara sopra tutti colpevole l’Unione Europea” e non i membri (anche italiani) che non sanno viverla. Si dà la colpa all’Euro, ma ricreare la lira non ci farebbe probabilmente finire come la Turchia? Facile dare la colpa agli altri e non alla nostra insipienza, alla nostra ignoranza, all’incapacità di avveduta politica internazionale.

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