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Zic & Zac

PONTE SUL VERBANO

MARCO ZACCHERA - 14/09/2018

intra

Intra dal traghetto

Nel resto dell’Italia nessuno quasi lo sa, ma il prossimo 21 ottobre nel Verbano Cusio Ossola (dizione ufficiale della provincia di Verbania) si voterà per decidere se essere staccati dal Piemonte ed integrati in Lombardia. Un avvenimento importante che merita riflessioni attente cui dedicherò anche i prossimi articoli..

Premetto subito che come cittadino del VCO il 21 ottobre voterò al referendum consultivo sulla possibilità di far aderire la mia terra alla Lombardia, andrò a votare, invito caldamente tutti ad andarci e personalmente voterò SI sperando che anche qualche lettore in provincia di Varese si faccia portavoce di queste posizioni invitando a riflettere amici o conoscenti che abitano nella mia provincia.

Voterò cosciente che non sarà facile raggiungere il “quorum” perché il decreto del presidente della Repubblica sembra fatto apposta per far fallire il risultato. Dovrà infatti votare non solo la maggioranza, ma con un numero di SI corrispondente a più della metà degli iscritti al voto conteggiando anche i residenti all’estero che però non potranno votare se non recandosi (a loro spese) al proprio comune di residenza.

Ciò vuol dire mettere già fuori gioco quasi il 10% del corpo elettorale.

Credo che però l’importante sarà davvero l’andare a votare, soprattutto per far capire al Piemonte che per il Verbano Cusio Ossola serve più attenzione in questa situazione di emarginazione amministrativa, stretti tra due regioni una più storicamente vicina, ricca e sorridente (la Lombardia) e l’altra – il Piemonte – al cui territorio apparteniamo da 375 anni ma di cui siamo (come il primo giorno) solo “un’ appendice annessa” senza averne spesso anima, attenzione, storia comune e buone comunicazioni.

Questo referendum potrebbe quindi essere innanzitutto una occasione seria per riflettere su una “nuova” provincia (ormai da 25 anni!) sulla autonomia concretamente mancata di cui ero e sono convinto assertore.

Amo il mio lago, le nostre montagne, la terra di questa provincia di cui sono uno dei fondatori.

Cominciamo con il dire che un paese serio dovrebbe potersi organizzare con flessibilità e anzichè usare le regioni come “confini” delegare le singole questioni a chi ne è più competente, fosse anche una regione limitrofa.

Si sono invece man mano cristallizzati steccati e apparati burocratici soprattutto a livello regionale e così lo stare un passo di qua o di là di un confine significa avere amministrazioni, referenti, leggi, regolamenti diversi.

Tra Piemonte e Lombardia sono poi perennemente in corso diatribe a volte cretine e spesso confliggenti che sembrano fatte apposta per bloccare o ritardare tutto.

Vi sono tante problematiche per le quali sarebbe logico che tutto il Lago Maggiore e l’Ossola fossero da tempo terre lombarde: comunicazioni, sanità, problemi ecologici e ambientali, ferrovie, trasporti, istruzione. Perfino i prefissi telefonici sono lombardi!

Visto poi che l’acqua della Valdossola e del Lago finisce nel Ticino è la conferma geografica di tutto questo.

Poi ci sono i confini amministrativi della ex provincia di Novara divisa malamente in due in una logica di contrapposizione politica degli anni ’80 (“Tengo di qui un comune (Pettenasco – ndr) perché vota DC, con Omegna quell’altro perché lì vince il PCI”: follie) con il conseguente fallimento del tentativo più organico e serio di autonomia che era quel “Comprensorio del VCO,” vero anticipatore della nuova provincia.

Fin qui la storia recente, ma che pur va ricordata anche se già oggi – di fatto – il territorio verbanese è lombardo per la sanità (tutti vanno a farsi curare nel Varesotto a Milano, quasi nessuno a Torino!) e così vale per università, il commercio, le seconde case, il turismo, gli aeroporti. In molte parrocchie del lago perfino la Messa è celebrata con il rito ambrosiano

Il presidente Fontana è stato chiaro: se il VCO fosse lombardo avrebbe le stesse prerogative montane della provincia di Sondrio e in termini pratici questo sarebbe un grande passo avanti.

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