Rianimati. Dopo due anni di pubblico silenzio o quasi, il movimento civico Varese 2.0 è tornato alla ribalta delle cronache cittadine. Si era come smarrito nelle pieghe talvolta frustranti dell’istituzione comunale con il vicesindaco Daniele Zanzi e due consiglieri comunali, Elena Baratelli e Valerio Crugnola, quest’ultimo poi sbarcato in altri lidi politici – la lista civica del sindaco Galimberti – dopo aver contribuito in maniera rilevante alla costruzione del nascente civismo varesino. Le cose sono andate così anche se, giova sottolinearlo, il movimento è uscito ingiustamente dimezzato da quella querelle tutta giocata su non molta politica, tanti personalismi e qualche opportunismo di troppo. Pagina comunque girata mentre il silenzio di 2.0 nei confronti di amici, sostenitori e simpatizzanti – tanti visti gli esiti elettorali – restava inspiegabilmente assordante, una sorta di afasia pubblica dopo le grandi battaglie contro il parcheggio alla Prima Cappella, l’opposizione propositiva al cervellotico Masterplan di Piazza Repubblica, la denuncia circostanziata del crescente degrado urbano e via elencando. Con una priorità programmatica rimasta tale, “Varese città in un giardino”, un tema da ripensare e rideclinare al meglio dopo lo sviluppo disordinato e speculativo degli anni ’60-’70, le trascuratezze endemiche degli ultimi decenni.
Trascuratezze tutt’altro che superate stando ai risultati dell’iniziativa “Apri l’occhio”, una serie di visite condotte da Varese 2.0 a partire da maggio, in alcuni luoghi simbolo della città: Villa Toeplitz, Castello di Belforte, Castello di Masnago e adiacente Parco Mantegazza, Villa Mylius la cui destinazione rimane tuttora incerta e l’Isolino Virginia. Tutti siti con un denominatore comune: la manutenzione insufficiente se non, in alcuni luoghi, del tutto assente.
È il caso dell’Isolino, patrimonio dell’Unesco, letteralmente abbandonato a se stesso come una piccola jungla lacustre. Un vulnus alla città e al lago rilanciato negli ultimi anni almeno come bacino ideale per le gare di canottaggio. Stesso discorso, fatte salve le ovvie differenze, per Villa Toeplitz dove esiste un progetto finanziato di riqualificazione (300 mila euro) viziato da incredibili approssimazioni come il restauro di una serra ottocentesca, meritevole in se, ma del tutto eccentrica rispetto alle zone di maggiore frequentazione delle splendido parco. Per non parlare di un tratto del muro di cinta su via Mulini Grassi, che porta a Olona, caduto e incredibilmente mai riparato, fontane e cascate d’acqua in stato pietoso, bosco della villa semi abbandonato. Sopraluogo critico quanto mai opportuno che, pare, stia portando “gli uffici” a sostanziali ripensamenti e a modifiche del progetto originario.
A questi annosi problemi, ai programmi futuri dell’Associazione, ai due anni di esecutivo con il PD, alla cultura, al tema della città giardino sarà dedicata la parte conclusiva (dalle 17) di “Civifesta”, il civismo di Varese 2.0 incontra la città, in programma a Villa Mylius, via Fiume 38, domenica 9 settembre. Prima, dalle 15, grande spazio ad iniziative per i bambini, alla visita agli alberi monumentali, un autentico patrimonio botanico da salvare e incrementare. E per tutto il pomeriggio l’opportunità di visitare parte del prestigioso edificio con la possibilità di lasciare valutazioni, suggerimenti e proposte. Infine alle 18.30 le narrazioni di Betty Colombo con “Paludi” ovvero il racconto della palude Brabbia con i paesaggi, le attività e le persone di questo luogo magico. Insomma quasi una ripartenza per Varese 2.0 dopo due anni di appannamento.
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